Dallo sketch all'approfondimento. I miracolati della televisione italiana
Telese/Parenzo sono la coppia più incredibile di questo bestiario di “occupa-poltrone”
Tanti, troppi sono quelli che hanno fatto fortuna senza avere alcun merito nella televisione pubblica e privata italiana, tanti sono quelli per cui ci chiediamo ad ogni loro epifania: perché?
Forse non siamo in grado di analizzare la sottile capacita ironica, l’eloquio forbito, l’assoluta equidistanza dalle aree politiche, insomma la loro capacità di dare agli italiani narcotizzati la loro giusta dose di informazione.
Telese/Parenzo, sono la coppia più incredibile di questo bestiario di “occupa-poltrone”, e la Sette-tè, non è diversa dalle altre corazzate, anzi, ha regalato a questo duo che ricorda i palcoscenici dell’avanspettacolo, la prima serata estiva.
Il flop è garantito per mancanza di obiettività perché la domanda, per il duo Tel-Par non necessita di una risposta, e gli avversari politici, sbeffeggiati, denigrati e messi alla berlina, contano il giusto.
In un panorama mediamente modesto, tra figure di giornalisti piccoli piccoli, la mediocrità televisiva si auto-sostiene, non essendoci picchi letterari, autonomie acclarate, vere libertà espressive, le seconde e terze file di ballerine dello schermo e della penna impazzano, riempiono il vuoto cosmico che avviluppa l’informazione italica.
Altro che veline, la coppia Tel-Par è collaudata per spostare l’attenzione verso i campi scivolosi dell’antico settarismo, poco produttivo nell’urna, e oggi fallimentare per l’audience, opinionisti non si nasce si diventa, manifestando la propria capacità di occultare caparbiamente la verità, sempre e comunque.
Non sono dunque peggio degli Zoro, dei Giannini, o addirittura della Maestrina con la penna rossa Guber Lilli, semplicemente si adeguano a questo andazzo univoco, monocorde, prevedibile e afono, chiedono non agli ospiti ma a se stessi quello che vogliono, loro e i loro mentori parlamentari, sentirsi dire.
E’ la stampa di oggi signora mia, ma chi sta dalla parte giusta dello schermo non ha potere se non di addormentare le masse o farle fuggire altrove, canale o partito che sia, ma sempre a scapito della qualità minima sopportabile della comunicazione verbale, e sorvoliamo su quella scritta.
Sempre più simile ad un allevamento controllato ci appare la cupola delle star e starlette del giornalismo televisivo, soavemente adagiati tra le loro granitiche certezze, tra i bei tempi andati, e vi ricordate?
Un appiattimento che ovviamente non può risparmiare anche l’improbabile classe politica in carica, sia al governo che all’opposizione: ogni Partito ha i giornalisti che si merita
Un qualunquismo al ribasso che favorisce la resistibile ascesa degli ultimi e penultimi della classe, che in mancanza di programmi, progetti, idee e domande, preferiscono darsi da soli le risposte, solo così potranno darsi ragione, e continuare a vedere gli sketch del duo Telese/Parenzo, scambiandoli per programmi di approfondimento.
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