Europee, tra gli sconfitti di Salvini. La Chiesa pop di Bergoglio
Niente è più divertente in Italia dell’analisi del dopo-voto che, da decenni nell’agone mediatico e fisico cerca di convincere che tutti i partiti hanno vinto
Ma è proprio vero che gli Italiani sono fascisti? Ma possiamo ancora dirci almeno Cristiani?
Niente è più divertente in Italia dell’analisi del dopo-voto che, da decenni nell’agone mediatico e fisico cerca di convincere tutti che tutti i partiti hanno vinto, quasi vinto, nessuno ha perso al massimo hanno pareggiato.
Questa volta non è così perché si staglia su tutti gli altri, il Movimento di Matteo Salvini che ottiene un terzo esatto dei voti, il PD che ha pareggiato, si ferma a 2/3 dei voti della Lega gli alleati alla metà e il brontosauro di Arcore, ex-tutto, addirittura a ¼.
Abbiamo dunque al governo un fascismo strisciante maggioritario,apparentemente innocuo,senza golpe o marce,senza squadrismi?
credo non sia così e penso che il voto di protesta intercettato dal leader Lumbard,vada molto oltre
Quasi una catarsi del carattere italico, della gente che odia le terrazze della Grande Bellezza,le mummie dei talk show e gli sguardi pietrificati di un potere sinistro che mai ha cercato di guardare il corpo vivo, le paure di un elettorato che ha trovato in “quelli di Via Bellerio” l’unica sollecitazione reale per un voto che appare convinto,senza ansie.
Dunque l’assioma italiano=fascista inconscio non regge, Matteo vince perché è vero, becero, greve, coraggioso, ma soprattutto elementare come il corpo elettorale che lo segue adorante, e la rete è stata per lui la vera benedizione, e non il rosario.
Avendo tutti contro non è caduto nella trappola, e si è limitato ad attaccare soltanto gli alleati,in questo “governo-maggioranza-opposizione”,ora che la piazza è sua, dovrà solo decidere quanto tenere in vita questo esecutivo e in Europa,si vedrà.
Tutti i commentatori parlano ancora d’altro e non cercano di capire che questa rabbia convogliata, addomesticata in consenso, è un’operazione politica di rara abilità, Matteo non è Mussolini ma come “el crapun”, sente l’odore del popolo, è una bestia che sente gli umori del suo tempo (proprio come scrive Scurati),e non ha bisogno di un colpo di stato, il consenso è già in cassa, pronto per essere monetizzato.
Da non sottovalutare anche il complesso rapporto con la chiesa pop di Bergoglio,critica fino all’esasperazione sulle posizioni leghiste, che oggi si ritrova sconfitta politicamente e forse culturalmente, con conseguenze difficilmente prevedibili, e non solo per la battaglia,persa,sui migranti, ma anche su una diversa interpretazione semplificata del cattolicesimo.
Più che uno scontro sulla laicità dello Stato sembra una guerra per gestire i simboli classici e popolari della religiosità, e anche in questo Salvini,appropriandosene, è stato un magnifico comunicatore.
Ora è tempo di festeggiamenti in casa leghista,ma dopo questa sbornia numerica di oltre novemilioni di consensi, sono sicuro che Matteo, farà sentire il suo ruggito, è stato bravo, perché ha saputo aspettare e sopportare le intemperanze dell’alleato, ma ora la festa comincia davvero, soprattutto per lui.
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