Crisi di governo. Cartoline di fine estate e di fine legislatura
Le vacanze stanno per finire e il ritorno a casa non promette nulla di buono
Molti se l’aspettavano,ma non avevano il coraggio di dirlo, qualcuno la temeva, molti erano terrorizzati, ma finalmente è arrivata la Crisi d’Estate, con l’Arruffapopoli milanese che si è trovato scaraventato in mezzo ad una tempesta che difficilmente riuscirà a governare, pur essendo capitano di lungo corso.
Il Governo del Cambiamento è stato assassinato, Salvini e Di Maio si sono presi a pesci in faccia per non parlare della Moglie Tradita che dopo un anno di matrimonio idilliaco ha rinfacciato al marito le “peggio cose”, così fan tutte, così fan tutti.
E adesso?
Il Presidente-Notaio è incazzato, i grillini sono incazzati, Zingaretti continua a fare la parte di Zingaretti e non prende palla neppure ora, Berlusconi, poverino non riesce neppure a leggere lo scialbo comunicato mortuario, scritto dopo l’incontro con Mattarella.
La Bonino è disponibile e gli altri a cercare di riconquistare l’inquadratura, lo scranno, o semplicemente la conferma di esistere, come LeU. Che crisi è mai questa, ma quale due forni: è il trionfo dello sgomento, dell’inadeguatezza, dell’inconsistenza, del tirare a campare, del tanto meglio tanto peggio, degli eguali tra eguali, uno dei punti più bassi mai toccati dalla politica italiana.
I talkisti non sanno più che dire, finalmente, sperano nel governaccio rosso-giallo, cui non crede neppure d’Alema,o il mummificato Prodi, tutti temono le Urne (e l’Urna politica), tranne il Capitano che veleggia lontano da tutti gli altri, nei numeri reali e nei sondaggi. I problemi sono enormi, e pronti ad esplodere, e martedì prossimo è il dies irae: prendere o lasciare, andare al mare o andare a casa, godersi il bonifico o cercarsi un lavoro, anche precario?
Poi l’aumento dell’iva e la morte dell’Ilva,come in un romanzo di E. A. Poe,il terrore pervade le stanze dei palazzi romani e per la prima volta nessuno sa esattamente cosa fare, con chi allearsi, da cosa fuggire.
Il volto preoccupato di Mattarella è il sintomo di un finale di partita che si preannuncia pieno di incognite, anche in caso di elezioni anticipate, poiché vincere le elezioni non significa governare, e perdere non necessariamente potrebbe essere una iattura.
Il tempo gioca a sfavore di tutti, e sta mettendo il paese di fronte ad una crisi strutturale, non sappiamo chi possa essere in grado di ridare un senso al surrealismo diffuso, i giochi di prestigio non incantano più e di maghi cialtroni ne abbiamo smascherati troppi.
Le vacanze stanno per finire e il ritorno a casa non promette nulla di buono.
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