La paranza dei designer.Salone del mobile, metafora autoreferenziale di Milano
Il salone del mobile da qualche anno si è trasformato da vetrina della creatività a gigantesca “fiera degli oh bej,oh bej"
«Anche le città credono d'essere opera della mente o del caso, ma né l'una né l'altro bastano a tener su le loro mura. D'una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.» Italo Calvino
Le orde fameliche erano già in postazione ore prima dell’apertura dei cancelli, stagisti, ultra-designer, blogger in progress e altre figure retoriche della commedia all’italiana (ma anche globale) pronte a dare l’assalto a luoghi anomali, a spazi improbabili solo per qualche selfie o per qualche drink gratuito. Milan l’è un grand design.
Il salone del mobile da qualche anno si è trasformato da vetrina della creatività di questo importante comparto dell’industria italiana, a gigantesca “fiera degli oh bej,oh bej”!, dove la kermesse si è spostata dal mostrare “mobili”al fare cose incomprensibili ai più, ma necessarie per marcare il territorio dell’inutilità comunicativa contemporanea.
Girano molti daneé, gli albergatori e i ristoratori gongolano, gli affitti temporanei decollano, e il popolo dei creativi a tempo indeterminato è felice di esserci,anche se non ha capito bene perché e quale possa essere l’obiettivo di tanta raffazzonata esibizione del vuoto estetico,vero protagonista del Salone.
E’ l’avvicendarsi delle tante Paris Hilton,famose perché famose,e di tante star e starlette del magico mondo del lustrino milanese, tutto superficie e pochissimo profondità, ma anche quest’anno, basterà per nutrire le bocche buone, adoranti di tutti, bambini, famiglie, industria lotti, giornalisti free lance e influencer periferici e trendy.
Non ho bisogno di raccontare nulla, ci ha già pensato Crozza-Fuffass, cosa aggiungere, se tutto rientra nel caveau della fatturazione brianzola, siamo tutti contenti, anzi ogni critica potrebbe sembrare disfattismo,di questi tempi super-gloriosi
Per fortuna domenica il baraccone si smonterà e siamo in attesa della trionfale elencazione di numeri,di statistiche di successi, già operativi per il prossimo anno, perché come in quelle invisibili di Calvino, smontata la città-stand, tutto è già pronto per la prossima edizione e per il prossimo applauso,in fondo gli uomini credono solo in quello che desiderano. Buon divertimento a tutti.
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