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Il buono, il brutto e il cattivo
M5s, il finale del film era scontato: in arrivo l'implosione

Gli ingredienti della tragedia ci sono tutti. Giovani, finti giovani e vecchi uniti nella lotta per sbranarsi sul Titanic politico che affonda da troppo tempo e nessuno sembra in grado di prendere, non dico il comando ma di arrivare alla sala del comando. Di Maio è ormai l’imitazione impettita di un ministro degli esteri “à la carte” che a parte gli abiti non ha niente a che vedere con nessun omologo del mondo occidentale, ed è un giovane, giovane che per fortuna viene controllato rigidamente dall’apparato di lungo corso. Il Dibba ha sempre lo sguardo da studente fuoricorso cresciuto, sempre pronto a prendere la parola nell’assemblea ma di fatti pochi o nulla, a parte i suoi indimenticabili reportage.

Gli altri si scannano in modalità belluina mettendo in luce una totale assenza di linea politica e una pseudo-leadership talmente fragile che sorprende perfino i protagonisti. E’ la politica del terzo millennio, l’estremismo della democrazia, che pare voglia scherzare con l’insopportabile livello della nuova(vecchia)classe dirigente della politica. L’assuefazione impera perché si scaldano figure ancora peggiori di titolari in una panchina infinita dove il liberi tutti consente di non dimostrare nulla, tranne la riverente genuflessione al capo di turno, tanto sempre meglio che lavorare, è.

Qui non è in ballo una crisi di consensi è manifesta la volontà di un elettorato sgomento di cercare altro nell’ipermercato politico gli scaffali sono pieni di piccole e grandi illusioni, basta aspettare il prossimo crollo elettorale. Non ci ricordiamo i nomi di queste facce eccitate che invece di urlare in qualche bar di periferia hanno spazio davanti alle luci della ribalta dei tiggi, umiliando i talenti e le qualità di un popolo sconosciuto che fatica per inventare vaccini, per creare innovazione e bellezza, per cambiare il mondo che questi pochi avidi neo-professionisti non sono in grado di comprendere, anche perché non potranno mai conoscerlo. Certo hanno fatto vincere il si, ma con quali voti? non certo i loro che perdono ovunque e posso salutare i grandi sindaci che hanno insediato in grandi città italiane, con i risultati che il mondo ci invidia.

Certo che è il prezzo della democrazia, tutti possono fare tutto anche senza saper fare nulla, basta un poco di intuito, una parlantina da villaggio turistico e quattro slogan e il gioco è fatto. Questo anche perché il resto del Club Montecitorio non spicca di certo per filosofi, scienziati e poeti in grado di raccontare il paese, e cercare di salvare il salvabile, mentre abbonda di economisti che come sapete non hanno mai azzeccato una formula, nonostante le cattedre(più o meno importante) e le pubblicazioni. Il popolo del vaffa( e il suo Satrapo)non ha più ossigeno perché le poche idee ma confuse si sono estinte nel fragore del loro gigantesco fallimento tattico e strategico, si tratta di galleggiare solo per arrivare a fine mese, poi si vedrà, tanto il paese ne ha sopportate tante sopporterà anche questa estinzione.

Il fenomeno M5S dimostra la bellezza del sistema democratico e delle opportunità che offre agli ultimi che purtroppo, come sempre, non saranno mai in grado di occupare quei posti che disdegnavano e disprezzavano all’inizio della loro avventura: per carenza culturale, tecnica e programmatica.  Non si può dire che non ci hanno provato ma, il finale di partita era talmente scontato che, oggi, dopo pochi anni, non ci sorprende neanche più.

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