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Il buono, il brutto e il cattivo
Rai, cinquanta sfumature di noia. Ma con Foa basta furbetti da talk show

La drammatica involuzione della stampa italiana ha ormai assunto le caratteristiche di una disfatta sia nei numeri, pesantemente preoccupanti delle vendite ma, purtroppo anche sui contenuti che, tra carta, video e digitale rasentano la soporifera pellicola sulle avventure tristissime del signor Christian Grey.

Le sfumature della comunicazione sono sempre meno evidenti, ma sempre grigie perché si sono stabilizzate in basso nel nulla rabbioso e improduttivo dello sbraitatore professionista che  vede ridursi il proprio territorio di caccia.

L’ Uomo Qualunque alla Giannini, crea falsi allarmismi che ottengono l’effetto contrario a quello auspicato, il regime fascista, preconizzato dal Partito della Repubblica è ormai metabolizzato da consenso e gradimento, e il lugubre Enzo Mieli è meglio che si metta a scrivere un altro reportage sulla la benemerita cortina di ferro.

Qui, non c’è più trippa per i gatti, i Diarchi Matteo e Luigi, impazzano nella comunicazione surfando sulle teste stanche e appesantite dei Furbetti del Talk Show, e i conduttori inviperiti cercano di fare opposizione, nell’assenza cronica di quella parlamentare, con i risultati che potete immaginare.

Non c’è niente di peggio del non saper perdere, ed è veramente tragico accorgersi che il paese degli squallidi non idolatra più la tragica retorica dei giornalisti di Stato, perché come tutti sanno, quei giornaloni vengono foraggiati da Mamma Italia, ovviamente sia quelli di destra (pochi) che quelli, e tantissimi di sinistra.

Floris-Gruber-Zoro e i loro discepoli non sanno più che pesci pigliare perché hanno capito che per parlare di politica bisogna farla, e per dire cose intelligenti non basta essere stato il Direttore di Repubblica o de La Stampa, che insieme vengono sfogliati distrattamente dalla metà dei follower di un’oretta del blog della Ferragni: Santa subito!

Ci siamo stancati di farci raccontare la nostra realtà, la nostra politica e la nostra società da chi vive recluso nei salotti de “rromabbene”, e al trucco a Saxa Rubra, esiste un mondo fuori da questo noiosissimo Truman show, e il popolo bue ,stupido e ignorante l’ha capito, tardi ma l’ha capito.

L’assenza di argomenti, l’incapacità congenita di interpretare e di affrontare il cambiamento ha portato la Banda Ovunque Televisiva a cercare riparo nei siparietti con Corona, Mauro o Fabrizio non importa, o a spostarsi su temi leggeri, leggeri, mantenendo stipendioni e prebende, ma ormai come per il cattivissimo imperatore Massimo ”il tempo degli onori sta per finire”.

Il serissimo Foa, bistrattato, insultato e deriso prima che potesse prendere o profferire parola, chiede serietà, talento e distanza dai partiti, cioè un’altra centrale pubblica per la comunicazione multimediale, dopo millenni di bollettini delle segreterie dei partiti, anche se i giornali invece, continueranno con le auto-veline.

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