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Lo sguardo libero
Libia, Tav, Ue, “Nuova Via della Seta”: così l’Italia corre da sola

Le scelte del Governo italiano in politica estera sembrano essere in controtendenza rispetto a quelle dei maggiori protagonisti dello scacchiere europeo ed internazionale dell’Occidente.

Circa la Torino-Lione (Tav), opera già approvata da un trattato internazionale, Roma ha fatto – per volontà dei 5 Stelle  - un passo indietro, ancora non definitivo, aprendo una prospettiva di incertezza sui finanziamenti Ue ed eventuali penali: nel ballo delle cifre si è parlato di quattro miliardi.

Rispetto alla “Nuova Via della Seta”, il nostro Paese è stato l’unico del G7 ad avere firmato il memorandum  (23 marzo), ricevendo nella capitale con tutti gli onori Xi Jinping, presidente della Cina turbo comunista e intrinsecamente espansionista, e suscitando le preoccupazioni degli Usa  e i dubbi dell’Ue, allarmati dal fatto che l’accordo economico sia para-politico, così da poter inficiare la democrazia italiana nel lungo periodo.

Quanto alla Libia, la Conferenza per la Pace di Palermo del 12-13 novembre 2018, voluta dal premier Giuseppe Conte -  che aveva visto la partecipazione del generale Khalifa Haftar, le cui truppe hanno marciato dalla Cirenaica e oggi attaccano Tripoli, difesa dall’esercito che fa riferimento al Governo alleato dell’Italia e guidato da Fayez al-Sarraj - non ha  evidentemente funzionato. Tuttavia è anche vero che l’obiettivo era difficilissimo, premesso che sarebbe stato un tentativo e le responsabilità della guerra non sono del nostro Paese.

Si rifletta poi sulle strategie dei due membri della coalizione di Palazzo Chigi  in vista delle elezioni europee del 26 maggio. Sia la Lega, che attualmente fa parte del gruppo delle Nazioni e delle Libertà (ENF), sia i 5 Stelle, Euroscettici (EFDD), cercheranno nuove o ulteriori alleanze: Matteo Salvini ha appena convocato a Milano i rappresentanti di alcuni movimenti sovranisti e Luigi Di Maio non ha ancora preso una posizione chiara riguardo alla collocazione del suo movimento a Strasburgo. Un Governo quindi i cui componenti sono fuori dai due grandi schieramenti di Bruxelles, che probabilmente adotteranno il modello tedesco della Grand Coalition per governare l’Ue dopo le consultazioni europee: Popolari (EPP) e Socialisti e Democratici (S&D).

Per ultimo Papa Francesco, capo dello Stato del Vaticano, che dice che la “Mafia è nata in Italia” e il Governo italiano non replica: ciò appare segno di debolezza e si immagini come Usa, Germania e Francia avrebbero reagito a una simile dichiarazione.

La politica estera di Roma potrà anche rappresentare una posizione originale e foriera di sviluppi positivi, e del resto questo è l’Esecutivo del Cambiamento, ma, come insegna il buon senso, è difficile andare lontano da soli e ci sono alleanze, idee e principi storici che hanno contribuito ad avverare le nostre libertà e ricchezza.  

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