Alla vigilia della riapertura dei Musei, l’imprenditore a cui fa capo Sorgente Group Italia, auspica un nuovo e più fluido rapporto fra la Pubblica Amministrazione e i privati
La Pandemia sta capovolgendo ogni modello di riferimento sotto il profilo economico politico e sociale, e un Paese come il nostro vede colpito soprattutto il turismo e la fruizione dell’arte, in particolare i Musei. A Valter Mainetti, a cui fa capo Sorgente Group Italia, operativa nel settore dell’edilizia e nelle infrastrutture, nonché della omonima Fondazione per l’arte e la cultura, alla vigilia della riapertura dei Musei, chiediamo un approfondimento sulla duplice sfida che abbiamo di fronte.
“La crisi che il virus ha prodotto nel turismo ha avuto una pesante ricaduta nel settore culturale – osserva Mainetti – coinvolgendo molte attività nelle città d’arte, dalle grandi come Roma, Venezia e Firenze, fino ai numerosi comuni diffusi sul territorio, come Spoleto, ma ora che abbiamo di fronte la ripartenza dobbiamo saper cogliere anche l’opportunità di realizzare alcuni cambiamenti, da tempo necessari per innovare sia il largo comparto dell’accoglienza che la gestione del patrimonio artistico, in particolare l’attività dei Musei”.
Di fronte alla riorganizzazione già avviata del settore alberghiero, con la prossima apertura di alcuni hotel di lusso, l’obiettivo principale è quello di ridisegnare lo sviluppo di alcune città come Roma, che si sono lasciate impadronire dal turismo, cosiddetto “mordi e fuggi”, che ha influenzato - in senso peggiorativo - la crescita.
Secondo Mainetti “le bellezze architettoniche e museali vanno ora affiancate col recupero di molti edifici e spazi pubblici abbandonati e degradati per migliorare l’ambiente e fornire servizi di qualità, a partire dai parcheggi e dalla manutenzione delle strade. “Necessariamente - sottolinea - va snellita quella burocrazia farraginosa, che ha finito per allontanare, soprattutto dalla Capitale, gli investitori e di conseguenza le archistar che fanno belle le città di tutto il mondo”.
Fra l’altro una società del gruppo di Mainetti, che ha già al suo attivo importanti restauri di monumenti e di storici edifici, dal mese scorso è impegnata, insieme al partner Urban Vision, nel restauro della scuola Alberto Cadlolo, progettata nel primo novecento dal noto architetto, Vincenzo Fasolo, attraverso una innovativa collaborazione con il Municipio I Roma Centro, che può essere di esempio per altre amministrazioni.
Per quanto riguarda i Musei, Mainetti, com’è noto, condivide con entusiasmo la linea, avviata dal Maxxi e dal Museo Real Bosco di Capodimonte, che allarga le potenzialità dell’attività museale non solo sui fronti della conoscenza e della divulgazione, ma anche dell’imprenditoria a beneficio della collettività per procedere verso lo sviluppo di altre attività, oltre alla tutela del patrimonio artistico.
“In questo caso però – rileva – è necessaria una maggiore flessibilità sul piano della governance, soprattutto se si intende procedere verso un’integrazione dell’arte con la tecnologia e l’ambiente”. E anche qui Mainetti è un precursore. Insieme alla moglie Paola, Vicepresidente della Fondazione, ha portato avanti il ripristino dell’area verde del Giardino degli Aranci all’Aventino, parco storico, famoso in tutto il mondo.
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