Covid, bocciato il governo: "Si potevano salvare oltre 6mila anziani"
Covid, bocciato il governo: "Si potevano salvare oltre 6mila anziani"
Quante vite si potevano salvare? È stato fatto sempre del meglio per evitare la brusca impennata del numero dei decessi? Evidentemente no.
Dopo oltre un anno dallo scoppio della pandemia, il tetto delle vittime da Coronavirus continua a essere alto e non accenna a calare. I rimorsi aumentano, scrive ilGiornale.it soprattutto perché si sarebbero potute salvare migliaia di persone se si fosse adottata una linea chiara per mettere al sicuro innanzitutto la popolazione più colpita dal Covid-19: gli anziani e i soggetti fragili. A bocciare la strategia adottata dal governo di Giuseppe Conte è stato uno studio dell'Ispi, secondo cui la soglia dei morti si sarebbe bruscamente abbassata se l'esecutivo giallorosso avesse dato priorità (almeno con la prima dose) agli over 80 senza procedere per professione.
Lo studio dell'Ispi
Il ricercatore Matteo Villa sul sito dell'Istituto per gli studi di politica internazionale ha preso in riferimento l'andamento delle infezioni: da metà gennaio, ovvero da quando le prime vaccinazioni di fine dicembre 2020 hanno cominciato ad avere effetto, "a oggi le vaccinazioni in Italia dovrebbero aver salvato circa 2.500 vite". Ma se il nostro Paese avesse vaccinato sin da subito la popolazione anziana e fragile, "il numero di vite salvate a oggi sarebbe stato probabilmente intorno alle 8.900". Statistiche alla mano, questo significa che le scelte sbagliate del governo e dell'Europa hanno portato a 6.400 decessi in più. E le notizie non sono affatto positive se si guarda al futuro: "Questo numero continuerà a crescere nelle prossime settimane e mesi".
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