Leiji Matsumoto, sensei del Futuro tra Capitan Harlock e Galaxy Express 999
Al ritorno dal mio ultimo viaggio in Giappone pensavo a quanto Leiji Matsumoto, papà di capolavori manga come Capitan Harlock e Galaxy Express 999, fosse stato l'uomo invisibile del Futuro. "Invisibile" perché era quasi impossibile incrociarlo ad eventi pubblici - perlomeno qui in Europa - "del futuro" perché aveva trasferito storie e personaggi nello Spazio mentre la sua "opera sempre aperta" di pregnanza letteraria si rifocillava di pagine di storia nipponica vissute dallo stesso Matsumoto: dal trauma irreparabile dell'Atomica al Boom economico, dall'avanzamento del nazionalismo alle faide ambientaliste.
Nonostante le mamme di allora ci scoraggiavano mentre guardavamo in tv le storie di Harlock, Emeraldas, Masai per la troppa malinconia, noi consegnammo l'nfanzia alle chine e alla scrittura del Sensei dello Spazio perché intravedemmo in quella esplorazione l'Odissea dell'avvenire. Mentre le storie dei robottoni di Go Nagai si sarebbero arrugginite con il tempo, l'universo narrativo di Leiji Matsumoto avrebbe ritrovato gli orizzonti che altri colleghi avevano ghettizzato in un arco temporale limitato. Lo si intravede anche nel magazine book "Matsumoto - Manga of Zero Dimension", edito in Italia da Nippon Shock (nei credits compare anche il fumettista partenopeo Germano Massenzio), testimonianza di un artigiano del Sol Levante e dello sforzo di andare oltre l'immaginazione nelle sterzate socio-politiche palleggiate tra Starzinger e La Corazzata Yamato.
Dopo Parigi è toccato a Lucca ospitare Leiji Matsumoto sotto i riflettori dell'edizione 2018 di Lucca Comics & Games in un'atmosfera di severo rigore, facendolo passare per un divo hollywoodiano: quanto è valso sottrarre il papà di Capitan Harlock alla platea - una sola domanda è stata concessa all'incontro con il pubblico al Teatro del Giglio - o alla gioia di strappare un autografo al proprio beniamino? Reduci dalle polemiche di qualche anno fa riguardo gli "autografi e paganti" di Frank Miller, conviviamo con i ricatti del marketing e il proibizionismo delle fiere senza troppi clamori. Del resto perché ridurre l'opera complessa di un Matsumoto ad una cena serale associativa, pagata a peso d'oro, o all'inebriante fervore da intellettuale-nerd?
Tutto questo lascia il tempo che trova, perché l'eredità tra manga e anime di Leiji Matsumoto abbatte la muraglia degli eventi celebrativi senza smettere di proiettarci verso il futuro con acute riflessioni.
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