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Rocca sbrocca
Crisi di governo, l’horror show del trasformismo politico mortifica l'Italia
(fonte Lapresse)

Crisi di governo, uno show dell'horror che mortifica i cittadini 

Oggi ci vogliono due qualità, a mio avviso, cari amici: l’onestà e il coraggio”.  Questa sono parole di Sandro Pertini, settimo presidente della Repubblica italiana e combattente con tanto di medaglia al valore militare durante la Prima guerra mondiale, in un discorso rivolto ai giovani su cosa dovrebbe fondarsi l’idea di nuova Resistenza. Mi sono sentita di riportare questo riferimento concettuale poiché tanto attuale ai giorni nostri quanto, allo stesso, e mi duole dirlo, disatteso.

In questi giorni, con la crisi di governo abbiamo, infatti, assistito ad uno spettacolo indegno del nostro Paese. Il coraggio che era una delle virtù degli uomini più vitali, l’audacia di cambiare le cose attraverso i valori, attraverso quello in cui credevi, non ne è risultata traccia.

La pandemia doveva renderci migliori, invece, i nostri politici stanno facendo vedere il peggio dell’animo umano. Tutti disponibili a vendere qualcosa pur di restare attaccati alle poltrone mentre nel frattempo c’è un Paese che ha bisogno di portare avanti le cose importanti per la propria sopravvivenza.  

Crisi di governo, nessuno crede più nel buon senso

Quello che è emerso è che nessuno crede più in nessun valore e tutti credono a tutto, in un momento storico dove basterebbe avere buon senso. Le persone normali che assistono a questo squallido show non capiscono più niente. Qualcuno potrebbe dire: la politica è compromesso. Alla faccia del compromesso, lo spettacolo della mercificazione dei valori è servito a tavola con automatismi e dettagli al limite della scostumatezza venuti fuori anche grazie alla televisione e ai social, che forse una volta non c’erano per testimoniare simili condotte ma che in questo momento storico che stiamo attraversando, amplificano certi comportamenti al limite del ridicolo. Chi professava determinate idee adesso le ha cambiate a volte con dei cambi così repentini di cui non si capisce il perché, se non per opportunismo. Insomma, sono rimasti i valori peggiori degli uomini.

Ormai la gente è disamorata della politica perché non sente più un vero interessamento alla cosa pubblica ma vede un egoismo profondo di persone che pensano solo a se stesse mentre i cittadini, in qualche modo se la devono cavare da soli. Cosa difficilissima perché con la pandemia, le chiusure e la crisi economica la popolazione stremata avrebbe dovuto poter contare su una sorta di telefono d’emergenza per l’economia, un centro d’ascolto per dire chi è in difficoltà, chi è stato lasciato fuori perché il codice Ateco non combaciava o al limite non faceva parte delle categorie più tutelate. C’è un distacco totale che non fa bene al Paese, che abbatte e preoccupa le persone oltre le problematiche legate al Covid che uno vorrebbe che sparisse al più presto per poter lavorare, per cercare di recuperare quella dignità del lavoro, su cui si basa la Costituzione italiana. 

Crisi di governo, la "paura di lasciare la poltrona" 

In questo momento, invece, si vede uno spettacolo tremendo perché si ha paura di lasciare la poltrona. Tutti dovrebbero fare un passo indietro, stare a testa bassa perché davanti a un problema economico del Paese non ci vuole spocchia arroganza né personalismi ma altruismo e generosità. Sarebbe stato un bel gesto se tutti i deputati avessero donato un anno di stipendio alle categorie che hanno avuto meno ristori e che sono più in difficoltà con la perdita di un lavoro e che non riescono a sopportare neanche più le spese per sopravvivere e magari sono dovuti andare a dormire in macchina o in posti di soccorso. 

C’è una differenza siderale tra ciò che accade e quello che dovrebbe, invece, essere. Non capisco come dentro il Parlamento noi vediamo assembramenti enormi e poi non si può in sicurezza lasciare i ristoranti aperti magari usando i nuovi sanificatori che usano allo Spallanzani o al San Raffaele che sembra eliminino i microrganismi al 90 per cento. Oppure, aspettarsi un protocollo per la scuola con i tamponi. Insomma, soluzioni concrete già dette per riuscire a fare le cose in sicurezza.  Non si può pensare che l’unico mezzo sia la chiusura totale perché porta crisi economica totale. Inoltre, è impossibile dare abbastanza ristori per tutti, e poi fino a quando sarà sostenibile la politica dei ristori in un Paese che si sta indebitando sempre di più solo per tappare i buchi.

Crisi di governo, il rischio di scelte più audaci e coraggiose 

Bisognerebbe rischiare con scelte più coraggiose. Voglio scomodare un altro grande politico italiano della nostra storia, Camillo Benso Conte di Cavour il quale affermava: “La grande politica è quella delle risoluzioni audaci”. Invece di audace non si vede nulla.  Ora è tutto stravolto ma non si può agire come nel recente passato, intendo modus operandi da Prima Repubblica.  La vecchia politica di casa nostra non funziona più, va cambiata. Il concetto di destra e sinistra in questo momento è accessorio, non esiste più perché la gente vuole persone di buon senso che si occupino dei loro problemi. Anche perché sono pagati per questo. 

Dalla politica territoriale a quella nei palazzi ormai deve essere questa la direzione. Non interessano i grandi disegni o situazioni costruite come la comunicazione roboante che poi non si concretizza, lo hanno capito tutti. Le persone non ne possono più non ci cascano più. Chi non se ne può andare consiglia ai propri figli di andarsene dall’Italia, non abbiamo mai visto suicidi come in questo periodo perché ogni giorno devi trovare una motivazione per andare avanti ma se poi anche il Paese non ti aiuta a darti una speranza ma ti butta sempre a terra quando cerchi di tirarti su è difficile, è dura. I giovani forse se ne andranno, chi resta chiuderà ma così non salveremo le piccole imprese, gli artigiani, i creatori del made in Italy.

Ognuno dovrebbe farsi un esame di coscienza per dire così non funziona più, le vecchie ricette non funzionano più. Bisogna sperimentare nuove iniziative cercando di capire i veri bisogni e le priorità senza personali opportunismi. Vorrei vedere un maggior attaccamento ai veri valori, invece, è uno spettacolo indegno di compravendita di persone che prima credevano in una cosa e ora cambiano tutto. La gente sarà ancora più scoraggiata e distaccata da questi palazzi che non rappresentano più nulla e nessuno.

Da parte mia, cerco di infondere sempre coraggio a me stessa e agli altri. Ogni mattina cerco di motivarmi essere vera e perseguire le cose in cui credo. Non è facile ogni giorno cerco di pormelo come obiettivo. Il coraggio giorno per giorno. Perché come diceva Sir Winston Churchill: Il coraggio è la prima delle qualità umane, perché è quella che garantisce tutte le altre. 

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