Stai correndo a casa perché hai saputo che tua figlia giace molto malata a letto, e così facendo superi i limiti di velocità? Non puoi lamentarti se ti fanno la multa, e nemmeno se ti tolgono la patente. Perché entrambe le sanzioni sono legalmente corrette.
Lo ha appena stabilito la sesta sezione civile della Corte di Cassazione (con la sentenza numero 5650 del 26 febbraio 2019), confermando la condanna subita da una signora di Rovigo che nel febbraio 2009, per l’appunto, stava correndo in automobile a casa dalla figlia malata. La donna era stata multata da un autovelox e, dato che la sua velocità era davvero eccessiva, le era stata anche ritirata la patente.
In primo e in secondo grado, i giudici avevano confermato multa e sanzione, ritenendo “non giustificabile il superamento dei limiti di velocità motivato dal bisogno di recarsi a casa dalla bambina”. Come precisato dal primo giudice "in caso di effettivo pericolo per la bambina la ricorrente avrebbe potuto richiedere l'intervento” dei servizi sanitari, chiamando il 118.
La donna aveva fatto ricorso in appello e in Cassazione. Ma anche il giudizio definitivo le ha dato torto. Secondo i supremi giudici, infatti, a motivare il comportamento della donna non basta nemmeno “il fatto secondo il quale un'ambulanza avrebbe dovuto percorrere 40 chilometri per raggiungere la casa in cui si trovava la figlia malata”.
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