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Calenda & Renzi, che flop! Azione/Italia Viva è il Terzo Polo? Ora è il sesto!
Matteo Renzi e Carlo Calenda

Elezioni 2022, la coppia Calenda-Renzi non sfonda nelle urne


Nella grande confusione che si è creata nel dopo voto con la vittoria annunciata della Meloni e del centro–destra non si sta considerando adeguatamente che c’è uno sconfitto che finge di aver vinto: si tratta del Terzo Polo di Renzi e Calenda.

Naturalmente vittoria o sconfitta dipendono sempre da che punto di vista li si guarda. Se lo scopo era far perdere il centro–sinistra Renzi e Calenda ci sono riusciti, ma anche se fossero stati alleati non è che la situazione sarebbe cambiata poi di molto. Il duo Lescano prende il 7.7% e –a prima vista- sembrerebbe un successo, ma a guardare bene non lo è affatto. Anzi, è proprio lo stesso Calenda che aveva fissato l’asticella al 10% ad ammettere in un primo tempo: «Devo essere onesto, sotto al 10% è una sconfitta».

Poi durante la giornata c’è stata la solita trasformazione topologica della realtà geometrica è la “soglia di gaudio” è via mutata in una forchetta tra il 7.5 e il 9 e guarda caso il 7.7 rientra proprio a metà tanto da far dire al gruppo dirigente “è stato un grande successo”, ma in realtà, sia dal punto di vista percentuale che strategico il risultato è perdente, checché ne pensi Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva.

Invece per Maria Elena Boschi gli sconfitti sono gli altri e non loro: «Mi pare che, dati alla mano, gli sconfitti siano Letta e Salvini. Forse se Letta non fosse stato guidato dal rancore personale, magari oggi i risultati sarebbero stati diversi. E certo che la battuta sul “rancore personale” che avrebbe il segretario dimissionario del Pd Enrico Letta se la poteva risparmiare visto quello che gli ha combinato Matteo Renzi quando era segretario del Pd con il celeberrimo: “Enrico, stai sereno”.

E se in questi giorni si è visto qualcuno di Italia Viva quelli di Azione sono spariti. Solo il giorno dopo Mara Carfagna avrebbe fatto valere il suo bacino elettorale al sud e Maria Stella Gelmini a nord. Comunque nel Terzo Polo c’è aria di smobilitazione e la stessa MEB lo dice segnando i confini tra “noi” di Iv e “loro” di Azione. «I nostri, da Milano ad esempio, ci fanno sapere che siamo in tutti i seggi che ci stanno arrivando tra il 15 e il 35 per cento, addirittura in molti seggi siamo il primo partito, siamo tra il 15 e il 20 a Firenze, stiamo andando molto bene con la doppia cifra a Roma che è la Capitale d'Italia».

Nel frattempo Renzi ha tolto dai suoi social tutti i loghi che fanno riferimento al Terzo Polo e se ne è volato in Giappone.

Carlo Calenda ha poi cercato di mettere le mani avanti dicendo che: “I gruppi unici alle Camere sono previsti nell’accordo con Italia viva, oltre a quelli adesso partirà il processo per creare un partito unico che non sarà la somma di Azione e Italia viva ma qualcosa di più grande ed aperto". Ci vorrà tempo ma quella è la direzione chiara”, ma sembra appunto più una fuga in avanti che un progetto politico, forse memore dello scherzetto che diversi anni fa giocò Antonio Di Pietro a Walter Veltroni che in una condizione analoga si fece poi il gruppo di Italia dei Valori separato.

Resta il fatto che il Terzo Polo ha fallito non solo l’obiettivo percentuale ma anche strategico perché con la netta vittoria del centro–destra neppure può essere il “terzo forno” ed è stato anche superato da Forza Italia. E già cominciano a girare gli sfottò che lo definiscono Sesto Polo.

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