Cronache

Aifa: in arrivo pillole anticovid,riducono del 50% da forme gravi

 

Roma, 25 nov. (askanews) - Sono in arrivo due farmaci antivirali orali che costituirebbero un'arma in più per combattere il virus. Il vaccino resta "la prima arma" per sconfiggere l'infezione ma "la pillola - dai risultati finora ottenuti - ridurrebbe del 50% le ospedalizzazioni e le forme gravi" dall'infezione. Due farmaci - Molnupiravir e Paxlovid - che potrebbero essere a disposizione il primo già tra la fine di quest'anno e le prime settimane del 2022, e il secondo entro il primo trimestre del nuovo anno. Lo annuncia ad askanews la dottoressa Patrizia Popoli, presidente della Commissione tecnico scientifica dell'Aifa e direttore del Centro Nazionale Ricerca e Valutazione Farmaci dell'Istituto Superiore di Sanità, che illustra le tappe di questi due nuovi farmaci."L'agenzia europea ha rilasciato per il momento una valutazione, una prima opinione - afferma - che deve essere a supporto dell'eventuale utilizzo in emergenza del farmaco da parte degli stati membri. Non è ancora una autorizzazione Ema ma è una valutazione preliminare che serve come base di supporto. La pillola ha la funzione di ridurre la replicazione virale, prevenendo in maniera significativa eventi di ospedalizzazione e di morte. Questa pillola deve essere assunta per via orale per 5 giorni; la cosa importante è che il trattamento avvenga nelle primissime fasi dell'infezione, cioè entro 5 giorni dall'avere contratto il virus. Questo è molto importante perché la sua funzione è proprio quella di inibire la replicazione del virus"."Negli studi che abbiamo potuto esaminare - prosegue Popoli - si vede che l'assunzione di questo farmaco riduce la carica virale e previene di circa il 50% il tasso di ospedalizzazione e di morte. Verosimilmente l'agenzia potrebbe rilasciare un'opinione nel giro di qualche settimana, il farmaco potrebbe rappresentare un'arma importante, perché ridurre l'accesso agli ospedali, alle unità di pronto soccorso, ridurre gli aggravamenti e la morte è un obiettivo importante".C'è poi un secondo farmaco, "della stessa tipologia che, anche se con un meccanismo d'azione diverso, ha sempre la funzione di ridurre la replicazione virale; va anch'esso assunto per via orale per cinque giorni e sempre all'inizio dell'infezione". Si tratta del Paxlovid, "in una fase leggermente arretrata perché ha iniziato da poco la valutazione da Ema, ma se i dati preliminari dovessero essere confermati, anche questo farmaco sembra essere efficace".Per la dottoressa Popoli, si tratta di "due opzioni promettenti, potenzialmente utili, che non rappresentano un'alternativa al vaccino. La prima arma è sempre il vaccino, ma se - nonostante il vaccino - si dovesse verificare l'infezione, con questi farmaci potremmo ridurre aggravamenti e morti".