Cronache

Clima e transizione, italiani preoccupati chiedono accelerazione

 

Roma, 28 nov. (askanews) - Il 92% degli italiani è preoccupato dal cambiamento climatico e l'82% reputa necessario accelerare la transizione EcoDigital: la priorità è incentivare le rinnovabili per non aggravare la crisi climatica in atto.È questa la fotografia che emerge dal 20° Rapporto "Gli italiani, le rinnovabili e la Green&Blue economy" con focus su "Indipendenza energetica e cambiamenti climatici" realizzato dalla Fondazione UniVerde e da Noto Sondaggi, i cui dati sono stati annunciati presso la Sala Stampa Estera a Roma nel corso del convegno "Mediterranean Day: le best practice Made in Italy per la tutela del mare" organizzato con la Main partnership di Renexia. Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde:"Gli italiani sono preoccupatissimi dall'emergenza climatica, ma soprattutto investono fortemente sul sole e sul vento. E ancora una volta bocciano fossili e nucleare".Tecnologia sostenibile made in Italy dunque in evidenza: dalle navi con i dissalatori a bordo, per minor consumo di suolo nelle isole e aree che hanno bisogno di acqua, all'eolico offshore, con la creazione di aree marine protette che permettano anche il ripopolamento ittico.Riccardo Toto, Direttore Generale di Renexia:"Riteniamo che il Mediterraneo possa essere il posto giusto per sviluppare questa nuova tecnologia, l'eolico offshore galleggiante, una tecnologia che stiamo sviluppando da tempo e che riteniamo possa essere finalmente pronta. Un'occasione per il paese, dal punto di vista ambientale ma anche economico, perchè se dovessero andare in porto tutti i progetti oggi presentati questo significherebbe grandissimi investimenti parliamo di 30 miliardi di euro".Tre i settori principali d'intervento della blue economy, grazie proprio all'innovazione tecnologica, come conferma Roberto Danovaro, Professore Ordinario, Università Politecnica delle Marche:"Il primo riguarda l'energia, con le tecnologie non solo per l'eolico offshore galleggiante ma per renderlo privo di impatti, il secondo la desalinizzazione, il terzo riguarda l'utilizzo del mare per la pesca, o l'acquacoltura integrata, le tecnologie che permettano di utilizzare queste risorse in maniera autenticamente sostenibile".A moderare il dibattito Valerio Rossi Albertini, Primo ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche e divulgatore scientifico, che ha lanciato un chiaro messaggio:"L'eolico offshore è una risorsa, una tecnologia già consolidata. Ma ci sono tante altre tecnologie che sfruttano i movimenti delle correnti e che dovremmo implementare perchè con 8000 km di coste di cui disponiamo è un delitto non utilizzare le energie dell'acqua del mare".Nel corso del convegno, che ha osservato un minuto di raccoglimento per le vittime della tragedia di Ischia, sono state presentate le best practice made in Italy per la difesa del mare: LogiProject, nel mercato della logistica e dello shipping, Castalia con il sistema antinquinamento, il floating marine litter collector, e Marnavi con la best practice del dissalatore mobile marino.