Cronache

Coprob-Italia Zuccheri: innovare per vincere sfida sostenibilità

 

Milano, 7 apr. (askanews) - Innovazione, lungo tutta la filiera, al servizio della sostenibilità, che non è solo ambientale ma anche economica e sociale. E' la ricetta scelta da Coprob, cooperativa di produttori di barbabietole che attraverso il marchio Italia Zuccheri produce zucchero 100% italiano. Dietro un gesto semplice come un cucchiaino di zucchero nel caffè, infatti, si nasconde una forte spinta innovativa che la cooperativa, con oltre 7mila aziende e 5mila soci, porta avanti con determinazione. Alessandro Benincà, direttore generale Italia Zuccheri Commerciale"Noi come Italia Zuccheri Coprob abbiamo intrapreso un percorso che fa dell'innovazione la chiave di volta per vincere la sfida sul mercato. Parliamo di innovazione di prodotto. Siamo stati la prima filiera in Italia ad attivare una filiera zucchero 100% biologico italiano da barbabietola, e poi l'altra grossa innovazione lo zucchero grezzo di barbabietola 100% italiano".Ma la sfida all'innovazione inizia nei campi, dove l'agricoltura di precisione, l'utilizzo della robotica e della meccatronica proiettano l'idea stessa di sostenibilità nel futuro. Come ci ha raccontato Massimiliano Cenacchi, direttore agricolo di Coprob Italia Zuccheri:"Abbiamo acquistato da poco un robot che va a energia solare e riesce a seminare per esempio 8 ettari al giorno e a distanza di tempo riesce a memorizzare il punto in cui mette giù il seme e ritornarci dopo mesi, ricordarsi dove l'ha messo e quindi non scalzarlo ma pulire le infestanti attorno, ma anche la stessa precision farming quindi utilizzare quegli strumenti che aumentano e migliorano l'efficienza dell'agricoltore dando in maniera puntiforme e specifica quando e come intervenire".Dei 30mila ettari coltivati a barbabietola, oggi circa 1.500 sono riservati alla produzione biologica, un 5% del totale che entro il 2022 dovrebbe salire al 10%. Ed è qui che la sfida all'innovazione si lega a doppio filo al tema della sostenibilità, interpretata come un nuovo modello di business con tempi molto precisi"Chiaramente il biologico rimane un segmento di mercato con numeri relativamente limitati ma il nostro obiettivo è non rimanere nicchia e andare verso il mass market - spiega Benincà - e nel giro di quattro anni arrivare al 100% della nostra produzione che rispetta gli standard dell Sqnpi e quindi 100% sostenibile".La certificazione Sqnpi, che sta per sistema di qualità nazionale di produzione integrata, per Coprob significa abbandonare il convenzionale per un'agricoltura 100% sostenibile, dove la barbabietola rappresenta una coltivazione di per sè virtuosa per l'ambiente. Una transizione resa possibile grazie anche al progressivo abbassamento dell'età media dei bieticoltori verso i quali Italia Zuccheri si impegna con un'equa cooperazione e retribuzione per il lavoro svolto:"Il dare un'etichetta all'agricoltura come sostenibile e abbinarla a un qualcosa di innovativo quindi dì qualcosa che va verso la meccatronica, che coinvolga i giovani - ha aggiunto Cenacchi - è lì secondo me che c'è stato veramente l'elemento che ha fatto ringiovanire l'ambito agricolo perché anche il biologico il biologico quando siamo partiti 4 anni fa sembrava tornare alla zappa di ritornare a un qualcosa di antico e invece in questi tre anni abbiamo fatto vedere che il biologico oggi è la vera grande innovazione".Coerentemente con questa idea di innovazione al servizio della sostenibilità anche le scelte legate al packaging hanno privilegiato materiali riciclabili, abbandonando definitivamente l'uso della plastica. E oggi questi sforzi, complici anche le nuove abitudini di consumo dettate dalla pandemia, iniziano a dare i propri frutti: "Dopo anni di contrazione dei consumi soprattutto sul segmento Retail perché la gente consumava sempre più prodotti fuori casa c è stato un travaso proprio nel consumo casalingo obbligato dei primi mesi ma che poi si trascina per cui il 2020 ha chiuso con un più 13,5% di consumo di zucchero - ha detto Benincà - per cui noi abbiamo aumentato la quota di mercato dell 1% sul prodotto 100% italiano e sul nostrano un più 56%".