Cronache

Giulio Regeni, inchiesta chiusa: 4 agenti egiziani verso processo

 

Milano, 10 dic. (askanews) - Dopo 5 anni si sono concluse le indagini sull'omicidio di Giulio Regeni. La Procura di Roma ha chiesto il processo per quattro agenti dei servizi di sicurezza egiziani per i reati sequestro di persona pluriaggravato, concorso in omicidio aggravato e lesioni personali aggravate. "Un punto di partenza" dopo cinque anni di depistaggi "che non sono ancora finiti" da parte dell'Egitto, "un Paese che calpesta i diritti umani", ha detto Alessandra Ballerini, la legale della famiglia di Giulio Regeni, in un incontro alla Camera dei deputati a cui hanno partecipato anche i genitori di Giulio, Paola Deffendi e Claudio Regeni."Una tappa importante per la democrazia italiana, nessuno ci avrebbe scommesso su questa giornata, noi scommettiamo su altre avanti, niente ci ferma", ha detto la madre. "La nostra lotta di famiglia è diventata una lotta di civiltà per i diritti umani. E questo è Giulio che fa cose".I genitori chiedono anche chiarezza sulle responsabilità italiane, in particolare su quanto è stato fatto nel 2016 fra la scomparsa e il ritrovamento del corpo."Cosa è successo nei palazzi in italia dal 5 gennaio al 3 febbraio? Cosa non ha funzionato? Come mai un cittadino italiano in terra straniera non è riuscito a essere salvato in un paese straniero che era amico e continua a essere amico?" ha incalzato Paola Deffendi."Ribadiamo la necessità di richiamare l'ambasciatore Cantini per dare un segnale al governo egiziano e dimostrare dignità e coerenza rispetto ai valori democratici proclamati dalla nostra costituzione", ha aggiunto il padre.Il procuratore capo di Roma, Michele Prestipino Giarritta, che davanti alla commissione di inchiesta sulla morte di Regeni ha ricostruito i 9 giorni di orrore del ragazzo in mano ai suoi assassini ha assicurato che "per l'omicidio di Giulio Regeni si svolgerà un solo processo e sarà in Italia con tutte le garanzie procedurali secondo i nostri codici di giustizia". Giustizia, che è quanto chiedono da anni Paola Deffendi e Claudio Regeni, che hanno sempre voluto che la loro fosse una battaglia civile, al di là di ogni retorica."Le madri come i padri sono cittadini hanno diritto di rivendicare verità e giustizia per i loro figli".