Cronache

Referendum eutanasia, il prete "dissidente" Don Cannavera dice sì

 

Roma, 11 ott. (askanews) - "Ho firmato anche io il referendum per l'eutanasia legale e organizzato due incontri con docenti universitari, per questo sono stato 'richiamato' dal vescovo di Cagliari per chiarire le mie idee" rivela don Ettore Cannavera, impegnato in una battaglia culturale all'interno della Chiesa, affinché si affronti e si superi il tabù del fine vita. E' intervenuto al Congresso dell'Associazione Luca Coscioni a Roma."Nella mia visione di fede Dio è amore, non siamo individui singoli io io conta la relazione con gli altri, il NOI. Una caratteristica fondamentale dell'essere umano è la relazione. Occorre combattere la solitudine più che altro.. Non lo chiamerei suicidio assistito, ma condiviso. La vita non viene tolta ma trasformata, perché ti accanisci, lo tieni nella sofferenza, a fare che? A chi appartiene la nostra vita, non al singolo, ma alla comunità, alla nostra famiglia, a tutti. E un bene comunitario. Se a fronte di atroci sofferenze la decisione migliore per qualcuno è interrompere la vita allora io gli dico fallo serenamente, sarai benedetto dal Padre Eterno""Sull'eutanasia è ora di aprire un dibattito anche teologico all'interno della Chiesa cattolica - replica Marco Cappato, Tesoriere dell Associazione Luca Coscioni -, intesa non semplicemente come gerarchie vaticane ma come comunità dei credenti. Quel 52 per cento di praticanti assidui della messa che a Nordest sono a favore della possibilità di un medico di terminare la vita del paziente su sua richiesta (fonte IPSOS , Il Gazzettino) indicano l'esistenza di quello che il grande filosofo ed esponente dell'esistenzialismo cristiano Pietro Prini definiva "scisma sommerso". Ringrazio don Ettore Cannavera perché il suo intervento al Congresso dell'associazione Luca Coscioni aiuta ad aprire finalmente quel dibattito all'interno della Chiesa cattolica, a far emergere quello scisma".