Cronache

Riforma legge sanitaria: Lombardia rilancia medicina territoriale

 

Milano, 29 lug. (askanews) - In Lombardia la riforma della legge sanitaria muove i suoi primi passi, con l'approvazione in giunta della proposta targata Letizia Moratti. Una proposta giunta dopo i mesi difficili della pandemia, che ha mostrato alcuni limiti del sistema sanitario regionale, come la medicina territoriale da cui questa riforma vuole ripartire. Proprio le novità introdotte dal testo sono state al centro del webinar La nuova riforma sanitaria lombarda organizzata da Motore Sanità, che attraverso iniziative come questa punta a mettere in connessione cittadini e istituzioni. Ne abbiamo parlato con uno dei partecipanti al webinar, Emanuele Monti, Ppresidente Commissione Sanità e politiche sociali"Dopo 10 anni di definanziamento della sanità pubblica, 37 miliardi di euro di tagli su svariati governi ecco che oggi si investe sul territorio, come? attraverso i distretti un erogazione dei servizi intorno a 100.000 abitanti con ovviamente criteri in base alle città metropolitane e territori montani e provinciali con una rete maggiore con i medici di famiglia, infermiere di famiglia con tutti gli erogatori del territorio per cercare innanzitutto di sviluppare la presa in carico della cronicità".La riforma, che prevede la creazione di 100 distretti, 216 case della comunità e 64 ospedali, sarà finanziaria con fondi del Pnrr e in parte con fondi regionali: "2,6 miliardi di euro stanziati a favore della sanità territoriale ma anche ospedaliera, socio-sanitario o l'assistenza domiciliare integrata, realizzazione di nuove strutture che verranno fatte con un calendario cronoprogramma molto definito, molto chiaro condiviso con il ministero e il governo".La riforma della cosiddetta legge Maroni del 2015 dovrebbe entrare a regime, da cronoprogramma, entro 3 anni dall'approvazione in consiglio regionale. Il testo però prima deve passare in commissione sanità: "150 audizioni, 3 mesi di lavoro, 3 sedute settimanali, due convegni con tutte le associazioni pazienti e dirigenti della sanità pubblica Lombarda da qui ne è derivato un testo di legge approvato dalla giunta che potremmo dire è già un'ottima sintesi di quello che serve alla Lombardia. Con questo testo arriveremo al 27 di ottobre ad approvarlo in commissione sanità entro la fine del mese di novembre in consiglio regionale".Criticità nel merito e anche nel metodo sono state sollevate da Carlo Borghetti, vicepresidente del consiglio regionale e membro della Commissione Sanità e politiche sociali: "La proposta di riforma di revisione della legge Maroni del 2015 ha mosso solo qualche passo rispetto alla direzione di rinforzo della sanità territoriale. Sostanzialmente recepisce il minimo sindacale delle proposte che dal governo Draghi sono arrivate alla Regione attraverso Agenas che chiedeva un rilancio dei dipartimenti di prevenzione e l'istituzione dei distretti".In particolare Borghetti ritiene che aver lasciato le Ats e le Asst non aiuti la governance della medicina sul territorio. Più efficace a suo dire sarebbe stata una ricostituzione delle Asl provinciali con i distretti come articolazione. Ma le critiche del consigliere dem, come si accennava, sono anche nel metodo:"E' il consiglio regionale che ha il compito di fare le leggi. E' molto anomalo che la giunta si sia confezionata una sua proposta che viene adesso calata in commissione sanità. Noi vogliamo tempo adeguato di discussione in commissione sanità che vuol dire qualche mese per poter poi fare proposte efficaci e calate sul territorio, messe a terra come si usa dire oggi entro la fine della legislatura così i lombardi potranno nel 2023 dire se quello che Moratti e soci hanno messo in campo è adeguato oppure no ai bisogni che i Lombardi oggi hanno".