Cronache

Salute: cresce la telemedicina, +78% nell'ultimo anno

 

Roma, 17 set. (askanews) - Il Covid ha dato una potente accelerazione alla telemedicina che solo nell'ultimo anno ha fatto registrare una crescita d'uso del 78%. 7 medici su 10 in Italia la utilizzano abitualmente e solo nell'ultimo mese il 23% delle visite mediche sono state effettuate a distanza. Un mezzo che si è rivelato particolarmente utile soprattutto per i malati oncologici, o cronici. Pazienti che sono riusciti così a mantenere un rapporto costante con il proprio medico curante.Oggi in Italia il 36% dei medici si avvale della telemedicina per confrontarsi e consultarsi con altri colleghi, il 19% per attività di telemonitoraggio in tempo reale e il 14% per attività di televisita/videovisita.Il quadro emerge da un'analisi di Bhave, start up nata per portare innovazione nel settore della Salute, nei processi decisionali e nel marketing strategico, attraverso l'osservazione e l'analisi predittiva dei comportamenti delle persone.Spiega Lucio Corsaro, Founder con il fratello Emanuele e Advisor di Bhave."La telemedicina ha avuto un'accelerazione a seguito del Covid. L'utilizzo che ne fanno i medici è disparato: in prima istanza soprattutto viene utilizzata come teleconsulto con i propri colleghi ma anche per gestire le emergenze. Molti medici stanno imparando a usarla per gestire i pazienti fragili, con cronicità."Non sostituisce quello che è il rapporto fisico, di presenza col medico, ma si va ad aggiungere. E per i pazienti rappresenta anche uno strumento per accelerare la condivisione di alcune informazioni come la cartella clinica, le diagnosi. Ed accelerare la possibilità di accesso alle strutture ospedaliere, per esempio per attività di triage nella gestione delle cronicità".Ma non si tratta solo di un contatto telefonico con il medico: la telemedicina è un insieme di servizi sanitari forniti a distanza, che comporta modalità di relazione e comunicazione medico-paziente. E anche qualcosa che può riuscire a influenzare i processi decisionali del domani.Emanuele Corsaro, Founder e R&D di Bhave: "Stiamo studiando i comportamenti di oggi per comprendere le dinamiche che ci portano a un determinato atteggiamento verso la salute, verso la gestione o la cura di una patologia: ad esempio nella gestione di un'influenza non tutti seguono la terapia alla lettera. Noi studiamo queste dinamiche per riuscire poi con l'intelligenza artificiale con un algoritmo a supportare sia la classe medica che il paziente a migliorare i comportamenti."L'algoritmo analizza le nostre abitudini comportamentali e sulla base di queste analisi da un'indicazione al medico sulle caratteristiche del paziente, quale ad esempio, il rischio di non aderenza terapeutica".C'è comunque ancora molto da lavorare se il 74% degli operatori sanitari sostiene che la riqualificazione delle proprie competenze è importante o molto importante per gestire con successo la riorganizzazione sanitaria che avverrà nei 12-18 mesi a venire, ma solo il 10% afferma di essere pronto ad affrontarla.