Culture

Allenarsi alla complessità: i 25 anni della Fondazione Sandretto

 

Milano, 6 apr. (askanews) - Era il 6 aprile del 1995 quando nasceva a Torino la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, oggi un'istituzione del contemporaneo tra le più forti e dinamiche del panorama non solo italiano. Un quarto di secolo dopo e in un momento così particolare e difficile per i musei e la cultura, così come per la vita di ciascuno di noi, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo ha inviato una lettera e un album di immagini a tutti gli iscritti alla newsletter della Fondazione."Avevo fortemente voluto quel passaggio dalla collezione privata alla dimensione aperta e condivisa della Fondazione - si legge nel messaggio -. Di questi 25 anni, ho in mente un personale album di istantanee, di immagini mentali che ora, in un momento di sovrabbondanza visiva e informativa, mi sembrano persino più nitide delle fotografie. Non seguono una cronologia. Sono opere, mostre, persone che raccontano una storia e, insieme, direzioni e modi di intendere la progettualità, la produzione artistica, la curatela, l'educazione, il rapporto con il pubblico. L'accessibilità, come esperienza fisica e democratica della cultura contemporanea".Un'esperienza che negli anni si è consolidata attraverso la ricerca di nuovi artisti, possiamo citare, tra le mostre del recente passato, quella memorabile e anticipatrice di Josh Kline, o l'offerta di un palcoscenico adeguato a lavori di enorme potenza come quelli, pochi mesi fa, di Berlinde de Bruyckere. Ma la storia della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo passa anche attraverso altri nomi, canonizzati, come Maurizio Cattelan e Paola Pivi, Philippe Parreno e Felix Gonzalez-Torres. Solo per dirne alcuni.Poi vanno ricordate la dimensione internazionale del museo, che ha aperto una sede a Madrid, ma anche quella locale legata al territorio delle Langhe, a Guarene. E ancora, la brillante strategia di comunicazione che ne ha fatto un modello nel'utilizzo dei social media oltre che la costante ricerca di nuovi linguaggi capaci di trascendere la semplice dimensione visiva."L'arte contemporanea - scrive Patrizia Sandretto a chiusa della lettera - ci allena alla complessità. L'intelligenza che riceviamo dagli artisti, dalle opere e dalle mostre, arricchita e restituita dai visitatori, ha tracciato il percorso di questi 25 anni. Da questo itinerario proviamo oggi ad attingere l'energia per pensare, ripensare, figurarci, per quanto possibile, i cambiamenti del mondo che viene".Non male, ci permettiamo di aggiungere, come obiettivo.