Culture

Armonia e diversità, apre un miart sempre più internazionale

 

Milano, 4 apr. (askanews) - Un luogo per dare spazio (e prendersi cura) della diversità e della complessità, sia del mercato sia dell'arte in sé. Questo vuole essere miart 2019, l'evento dedicato al moderno e al contemporaneo organizzato da Fiera Milano e diretto da Alessandro Rabottini, che, presentando la nuova edizione ha sottolineato il grande lavoro fatto dalle 185 gallerie partecipanti."Tutte - ha detto il curatore ad askanews - hanno portato, innanzitutto delle opere di grande qualità, moltissime hanno portato dei progetti speciali: o la personale di un artista o una mostra tematica, o comunque hanno creato un dialogo intenso tra le opere dello stand. Gli allestimenti sono tutti impeccabili, quindi io spero che il pubblico colga l'armonia e la diversità che io vedo in questa fiera, perché credo sia una fiera che riesce a rendere quanto è diversificato il linguaggio dell'arte".Una diversificazione che si trasforma in effervescenza e coinvolgimento lungo i corridoi di fieramilanocity, nei quali ci si imbatte in sempre più gallerie di spicco, come per esempio Hauser and Wirth, che per la sua prima volta a miart ha portato pezzi da novanta, come, per citarne uno, Paul McCarthy. Ma accanto ai big la fiera milanese vive anche della ricerca e della mobilità intellettuale che ha guidato le scelte strutturali, come quella di immaginare una sezione "On Demand", affidata alla curatela di Oda Albera."On Demand - ci ha spiegato - è una sezione, all'interno della fiera, che è dedicata ai lavori site specific e a tutti quei lavori che in qualche modo vanno attivati o curati da parte del collezionista o del visitatore. Questa sezione è stata fatta per alimentare e tenere sempre caro, come recita il claim di miart, tutti quei lavori un po' più difficili".Le giornate di fiera sono ricche di appuntamenti, eventi, talk, premi, su tutti il fondo di acquisizione di Fondazione Fiera Milano. Ma il punto vero, se ce lo permettete, è proprio il clima che si respira tra gli stand, guardando gli artisti, i galleristi e i lavori. Un clima che ha profondamente a che fare con la città che vive e si anima, a maggior ragione durante la Art Week, al di fuori dei padiglioni della fiera. E che, come questa, ha come punto di riferimento il mondo."E' diventata più internazionale la fiera - ha aggiunto Rabottini - anche perché è una delle espressioni di quanto è internazionale in questo momento Milano. Quindi è questo contesto virtuoso, questo esempio concreto di cosa vuol dire fare sistema, che ci mette nelle condizioni di attrarre gallerie internazionali".Insomma, una volta di più, benvenuti in questa Milano.