Culture

"Città Irreale", romanzo di formazione di una donna a Londra

 

Roma, 4 giu. (askanews) - È un romanzo di formazione del XXI secolo "Città Irreale" di Cristina Marconi, unica esordiente in lizza per il Premio Strega 2019. Il romanzo, che ha già vinto il Premio Rapallo Opera Prima, racconta Londra attraverso gli occhi di Alina, una ragazza romana di 26 anni che decide di andare a vivere nella metropoli britannica "dove tutto succede". Qui, fra la leggerezza dell'avventura e la profondità dell'amore, la vicenda della protagonista diventa un modo per esplorare la distanza della Manica che separa il continente dalle isole, mentre l'ombra incombente della Brexit si fa sempre più minacciosa.L'autrice, che vive a Londra dal 2011 dove scrive di politica, economia e cultura per il Messaggero e Il Foglio, ha deciso di non limitarsi ai reportage per affrontare il fenomeno degli "expat": "In questi nove anni a Londra, ma anche nei precedenti sei a Bruxelles ho sempre pensato che quello che avevamo davanti era un grande romanzo di formazione collettivo, a me piace chiamarlo un romanzo di formazione di libera circolazione, perché ha come presupposto uno dei pilastri dell'Unione europea che è quello di poter andare da un'altra parte senza doverti massacrare di burocrazia. Per me era la maniera per raccontare questa generazione".Il fatto che la protagonista sia una donna risponde a una scelta ben precisa: troppo spesso i romanzi di formazione hanno come protagonisti i maschi. Così, attraversando tutti canoni del genere, ne vengono rovesciati però molti altri."Pensiamo anche a Jane Austen, al romanzo ottocentesco e vittoriano in cui l'eroina si deve realizzare necessariamente attraverso l'amore e se leggerete il romanzo vedrete che lei lo fa ma quando decide lei nel senso che anche davanti alla proposta perfetta, non sentendosi lei bilanciata e radicata o quantomeno definita nella maniera in cui vuole esserlo nel suo nuovo mondo non si ferma, non si sposa. Secondo me c'era ancora molto lavoro di modernizzazione dei personaggi femminili da fare e per questo ho scelto di fare di Alina una donna, non perché sia un mio riflesso necessariamente".Sullo sfondo resta una megalopoli affascinante e un Paese in preda a una crisi d'identità, che si riflette nella decisione della protagonista Alina di cercare di entrare nella "britannicità" dall'esterno:"Mi incuriosiva descrivere la relazione fra una ragazza normale, perché Alina non è un cervello in fuga, è una ragazza intelligente ma non è un fisico nucleare chiamato a Cambridge o un mago della finanza, è una persona normale che viene da un quartiere normale di Roma, da una famiglia come tante, e che si ritrova a innamorarsi di un ragazzo che invece ha molti dei caratteri dei britannici come siamo abituati a pensarli, cioè un ragazzo molto riservato, una persona ripettosa del prossimo ai limiti della distanza e per descrivere quest'interazione fra questi due personaggi che poi se vuoi è anche un po', in grande, l'interazione fra il paese e i suoi immigrati."