Culture

Equilibrium tra generazioni: a Londra gli scultori dei Mazzoleni

 

Londra (askanews) - La mostra che la galleria Mazzoleni ha immaginato con Giorgio Verzotti per raccontare "un'idea della scultura italiana" è arrivata a Londra, dopo essere stata esposta a Torino. Ma questa che va in scena nella capitale britannica è una nuova versione di "Equilibrium", che, ci ha spiegato il curatore, è stata pensata per integrarsi al meglio con l'interno, ossia con gli spazi della galleria londinese di Mazzoleni."Non ho pensato di reagire in qualche modo all'esterno, cioè al pubblico - ha aggiunto Verzotti - perché buona parte di questi artisti sono presenze storicizzate e anche sulla scena londinese sono note".In mostra i lavori di maestri come Fausto Melotti accanto a colleghi più giovani, ma anche modi diversi di immaginare la scultura, tutti però orientati a una apertura allo spazio che passa attraverso il tubo di Gianni Caravaggio così come le tazzine rotanti di Elisabetta Di Maggio, ma anche il lavoro di Sergio Limonta, che lo stesso artista ci ha voluto presentare."Quella che presento qui a Londra, si intitola 'Testa giapponese, perché la sagoma ricorda vagamente il profilo di una testa giaponese, quindi ho voluto accentuare ancora di più la sua leggerezza, legandola solo con un legaccio per lato e tenendola sospesa con una piccola base in legno, che a sua volta si richiama ai tipici zoccoli giapponesi".In particolare, e questo forse è l'aspetto più interessante di un progetto che ha una vocazione di ricerca molto forte e che utilizza gli spazi della galleria come un museo, colpisce la sensazione di equilibrio che pervade anche l'invisibile relazione tra gli artisti e le diverse opere. Come ci ha confermato anche Filippo Manzini."Non è sempre detto che gli artisti si mettano a confronto e riescano a dialogare su un tema così importante. E invece la forza di questa mostra è stata quella di unire artisti che forse non si sarebbero mai incontrati".L'inaugurazione londinese ha visto molto pubblico in galleria, ma qualcuno nei commenti al progetto ha parlato anche di una mostra, per usare un termine in voga, "sovranista"."E' tutto l'opposto - ha replicato Verzotti - si tratta cioè verificare come l'Italia fa parte integrante della tradizione del nuovo, della genealogia delle avanguardie, non nel senso che ha preso dagli altri e ha portato in Italia. C'è anche questo ovviamente, ma soprattutto perché l'Italia ha proposto nuove ricerche, nuove direzioni, eccetera".La mostra nella sede londinese della Galleria Mazzoleni resta aperta al pubblico e ai potenziali compratori fino al 5 aprile.