Culture

Le bandiere di Francolino a Firenze: un Humus comune per l'Europa

 

Firenze, 25 set. (askanews) - Le bandiere arrivano accompagnate da una parata in Piazza della Signoria. I turisti osservano quella che sembra a tutti gli effetti una ricostruzione storico folkloristica. I drappi però sono inconsueti: sono tutti uguali e solo dei numeri li distinguono uno dall'altro. Si tratta, infatti, di una performance ideata dall'artista Andrea Francolino nel giorno dell'inaugurazione della sua mostra "Humus" al Museo Novecento di Firenze, dove le bandiere, che hanno simbolicamente attraversato la città del Rinascimento, hanno trovato la loro monumentale collocazione.Curata da Sergio Risaliti, direttore artistico del museo, e Luca Puri, in collaborazione con la galleria Mazzoleni di Torino e Londra, la mostra fiorentina rappresenta una sorta di summa del lavoro di Francolino e delle sue riflessioni su crisi ecologica e salvaguardia del pianeta."Noi siamo sulla stessa terra, la stessa per tutti - ha spiegato l'artista ad askanews - e tutti ci viviamo sopra. Quindi ci vuole una bandiera che colleghi tutte queste intenzioni. In questo caso ho cominciato dall'Europa, sono 27 Paesi dall'Europa, ogni numero che vedete sulle bandiera corrisponde alle coordinate di un Parlamento riferito al Paese in questione".Le coordinate Gps sono una delle cifre classiche del lavoro di Andrea, così come la riflessione sui materiali naturali usati per realizzare le opere. Anche nel caso delle bandiere."L'asta - ci ha detto - è fatta di bambù, tra l'altro un elemento che pare tenda ad assorbire anche il CO2. La iuta, telo da pacciamatura, perché con la pacciamatura l'uomo imita la pratica dell'humus, con cui la terra si mette un po' la crema solare e per proteggere dalle intemperie e dai cambiamenti climatici. Ecco, il drappo collega tutte le esigenze che stiamo vivendo e i numeri sono realizzati in polvere di terra, che è un elemento che ormai è presente da tempo nel mio lavoro, quando calco le crepe in giro per il mondo".In fondo l'Humus di cui ci parlano queste bandiere, che al Museo Novecento sventolano sul cortile interno in una sorta di ricostruzione di un Parlamento dell'umanità, per citare il titolo di una vecchia Biennale di Venezia, è il terreno comune sul quale viviamo e sperimentiamo il nostro stare al mondo, e l'auspicio è che possa essere un terreno ricco di nutrimento civile, sociale ed ecologico. In questo solco Andrea Francolino lavora da tempo e la sua storica mappatura delle zone di frattura del mondo, le crepe che lo hanno reso celebre, sembra trovare nelle bandiere di Firenze un nuovo livello, una nuova formulazione artistica, insomma uno scarto nel suo linguaggio.Forte di queste affascinanti premesse, la mostra al Museo Novecento resta aperta al pubblico fino al 17 dicembre.