Culture

Luca Di Bartolomei: "Italia Paese sicuro, non servono più armi"

 

Roma, 4 apr. (askanews) - "Dritto al cuore. Armi e sicurezza: perché una pistola non ci libererà mai dalle nostre paure": è l'eloquente titolo del libro di Luca Di Bartolomei, appena pubblicato da Baldini e Castoldi. Luca, 37 anni, è il figlio di Agostino Di Bartolomei, l'indimenticato capitano della Roma campione d'Italia 1982-83, sucidiatosi nel 1994 con un colpo di pistola. E come spiega ad askanews, Luca ha scritto il libro "per provare a raccontare la realtà italiana da un punto di vista più oggettivo, meno percettivo, per raccontare un'esperienza umana, che è quella che è stata la scomparsa di Agostino, la morte di Agostino, il suicidio di mio padre, ma dal punto di vista di chi, 25 anni dopo, vorrebbe impedire che delle armi mi facciano provare da padre lo stesso dolore che ho provato da figlio".Dati alla mano, dice Luca, "esce fuori che l'Italia è un Paese incredibilmente impaurito eppure non è mai stato così sicuro. Io ho 37 anni, quando sono nato il numero di omicidi era superiore ai 2.000 l'anno, di media, quando Agostino ha cominciato a giocare addirittura c'erano punte di 2.500 omicidi, il numero di rapine e di furti era molto più alto. Grazie alle forze dell'ordine viviamo in un Paese molto più sicuro"."Oggi - continua Luca - abbiamo meno di 350 omicidi l'anno, sono - per carità - un numero altissimo ma, diciamo, è il Paese più sicuro d'Europa, negli ultimi 10 anni si sono registrati un meno 45 per cento di furti e di rapine, tutti quegli indicatori che parlano di reati sociali raccontano un'Italia che è sempre più sicura. Eppure gli italiani hanno sempre più paura. Allora bisogna tornare ai numeri. Spiegare, far capire, che questo Paese è un Paese che nonostante tutto sta procedendo bene sui temi della sicurezza, ed è un Paese che con più armi, in mano a persone che non sono aduse a questi strumenti di morte sarà solo e sempre più insicuro, perché ci saranno più incidenti, più morti, più suicidi".