Culture

Nicola Ricciardi presenta miart 2021: una fiera solida e poetica

 

Milano, 7 lug. (askanews) - Una fiera curata in modo raffinato, ma che non perde di vista la dimensione economica e commerciale che le è propria. Si presenta così la venticinquesima edizione di miart, che torna in presenza dal 17 settembre a fieramilanocity e che è diretta, per la prima volta, da Nicola Ricciardi. "Quando sono entrato in carica a ottobre - ha raccontato ad askanews - ho chiesto a tutte le gallerie cosa si immaginavano per il futuro della fiera e devo dire che quasi tutte mi hanno chiesto di non fare una fiera digitale, ma di tornare quando possibile a fare una fiera fisica, nella quale si potesse tornare a fare degli incontri, a guardarsi negli occhi, a scambiare due chiacchiere vis à vis con le persone".Una sfida che rappresenta un messaggio forte all'intero comprato dell'arte e che comunque manterrà una dimensione digitale, ma che presenta anche elementi di novità molto concerti. "La grande novità di miart 2021 - ha aggiunto il direttore - è fisica ed è il cambio di padiglione. Dopo tanti anni nello storico padiglione 3 di fieramilanocity abbiamo fatto un salto, siamo passati al piano superiore e siano andati al padiglione 4. Uno spazio che è fantastico perché credo restituisca meglio quell'idea e quell'ambizione di internazionalità che miart ha portato avanti negli ultimi otto anni".Con un obiettivo molto preciso che Ricciardi e Fiera Milano ribadiscono: "Facilitare il più possibile lo scambio, il commercio, la pratica dei galleristi e l'interazione con i collezionisti".Accanto alla dimensione commerciale, che vede quest'anno a presenza di 145 gallerie provenienti da 20 Paesi oltre all'Italia, tradizionalmente divise in 5 sezioni, c'è ovviamente anche l'elemento curatoriale, che la figura forte di Nicola Ricciardi, a lungo direttore artistico delle OGR di Torino, porta con sé. E che si manifesta nel riferimento costante alla poesia, a partire dal titolo di una raccolta di Charles Simic che è divenuto anche il titolo di questa edizione di miart: "Dismantling the Silence"."Per me quello era un messaggio chiaro e chiave - ha aggiunto Nicola - per definire quella che doveva essere la mia prossima miart, una fiera basata su nuove forme di comunicazione con tutti gli stakeholder, a partire dai galleristi per arrivare alle istituzioni cittadine, oltre che ai collezionisti. E poi quello che era nato come un gioco si è evoluto in tutta una serie di iniziative legate alla parola poetica".Iniziative che, dopo le conversazioni digitali dei mesi scorsi con vari protagonisti della cultura, con il progetto "Starring Words" si aprono a tutta la città di Milano che, come da tradizione, in contemporanea con la fiera d'arte moderna e contemporanea vive la propria Art Week. E anche di questo aspetto Nicola Ricciardi ci ha raccontato l'idea di fondo: "Invitare dei soggetti - ha concluso - a giocare in una sorta di ping pong di versi, citazioni, frammenti poetici, ma questa volta invitano non scrittori, curatori o poeti, bensì delle istituzioni e quegli stessi artisti che le istituzioni presentavano a settembre del 2021. Devo dire che tutta la città ha deciso di aderire attraverso le sue istituzioni e quello che vorrei restituire è una sorta di mappa poetica della città di Milano, una sorta di antologia, attraverso i versi degli artisti che saranno protagonisti a settembre".Per quanto si può immaginare oggi, insomma, questa edizione di miart sembra nascere sotto auspici intensi e interessanti, solidamente piantati nella dimensione fieristica e al tempo stesso capaci di alzare gli occhi verso il cielo stellato, come forse tutti abbiamo bisogno di fare, nel sistema dell'arte sicuramente, ma anche nella vita di ogni giorno.