Culture

Noi, la natura, i fantasmi: Steegmann Mangrané in HangarBicocca

 

Milano, 11 set. (askanews) - Capita spesso di pensare che l'arte abbia la funzione, se si può usare questa parola, di portarci in luoghi altri. Quello che succede in Pirelli HangarBicocca con la prima personale in Italia dell'artista Daniel Steegmann Mangrané è proprio questo, la mostra costruisce un altro mondo, quasi uno spettro di noi stessi, per citare il filosofo Mark Fisher, nel quale però siamo chiamati a riconoscerci come parte del più vasto complesso della natura."Non penso alla natura come a qualcosa esterno rispetto a noi - ha detto l'artista ad askanews - Credo che siamo stati troppo influenzati da questa idea moderna della separazione tra uomo e natura, tra cultura e natura, tra soggetti e oggetti, tra mente e corpo. Queste divisioni ontologiche tradizionali per me sono troppo rigide e troppo gerarchiche, con la razionalità messa sempre a un livello superiore. Ma con eventi come il cambiamento climatico queste divisioni stanno perdendo senso".I punti cruciali sono la complessità ecologica e il rapporto tra noi e il mondo, che qui prende l'aspetto soprattutto della foresta e dei suoi abitanti, l'infinita ricchezza della foresta che va al di là delle sensazioni puramente razionali. Ma prende anche forme ipermoderne, come nel caso dell'opera di Mangrané che, attraverso la realtà virtuale ci porta in una foresta fantasma, dove anche noi siamo fantasmi. Un'idea sulla quale ci siamo confrontati con una delle due curatrici, Fiammetta Griccioli. "La parola phasma - ci ha risposto - ritorna anche nella figura ricorrente dell'insetto stecco, che è una figura chiave della pratica di Daniel, e infatti il nome scientifico è fasmide, che deriva dalla parola greca phasma, fantasma, e in qualche modi ci anticipa questa caratteristica dell'insetto stecco di apparire e scomparire, grazie a queste sue capacità mimetiche con l'ambiente circostante".Particolare anche l'atmosfera dello spazio Shed di HangarBicocca, che la mostra ha trasformato radicalmente, in linea con la filosofia della stessa esposizione. "In mostra - ci ha spiegato Lucia Aspesi, l'altra curatrice della mostra - ci sono dei volumi che raccontano lo spazio dello Shed, che siamo abituati vivere come uno spazio più scuro e anche più geometrico, invece ce lo raccontano quasi come un organismo vivente".Dal disegno alla scultura, dal film all'installazione ambientale, il lavoro di Daniel Steegmann Mangrané batte molte vie diverse, che, come un sentiero nella foresta del nostro mondo, puntano verso un obiettivo più vasto. "Credo che abbiamo assoluto bisogno di un nuovo modo di pensare - ha concluso l'artista - che ci ricorda che tutto è collegato e interdipendente. Il mio approccio alla natura, semplicemente, è che noi siamo parte della natura e in questo senso credo che l'arte abbia un ruolo importante nel far capire alla gente questo nuovo modello di pensiero".La mostra A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand resta aperta in Pirelli HangarBicocca a Milano fino al 19 gennaio 2020.