Culture

Ombre, punti ciechi e naturalezza: la fotografia di Vivian Maier

 

Torino, 17 feb. (askanews) - C'è qualcosa nella fotografia di Vivian Maier che va al di là della sua vicenda biografica e professionale di dilettantismo geniale e talento a lungo sconosciuto. E' una sensazione che riguarda certamente la peculiarità del suo sguardo, ma anche altri aspetti più sottili, come l'uso metaforico delle ombre - che suggeriscono una sorta di "Elogio dell'ombra" alla Borges - o l'indagine su quelli che possono apparire dei punti ciechi - le schiene, le inquadrature estremamente strette - ma che in realtà spalancano prospettive inedite e molteplici possibili storie. Tutte esperienze che si possono fare nella mostra "Vivian Maier. Inedita" allestita ai Musei Reali di Torino, diretti da Enrica Pagella."Per i Musei Reali - ha detto la direttrice ad askanews - innanzitutto significa un costante dialogo tra il moderno e l'antico, che è l'ossatura delle nostre collezioni. In questo caso abbiamo una mostra di fotografia molto particolare perché vistandola io credo si capisca come la fotografia è un modo di sentirsi vivi. Per Vivian Maier secondo me la macchina fotografica è un modo per dire: fotografo e quindi esisto. E ne viene fuori una realtà estremamente sfaccettata".La mostra, curata da Anne Morin, segue la tappa francese ospitata al Musée du Luxembourg e presenta oltre 250 immagini, molte delle quali rare, come quelle a colori, oltre a video Super 8 e oggetti personali della fotografa americana. Che riesce, pur nella stranezza apparente delle sue inquadrature e dei suoi frequenti autoritratti, a trasmettere una sensazione che è al tempo stesso di mistero e di vicinanza, di sospensione e naturalezza. "E' stato detto a varie riprese - ha aggiunto Pagella - che la fotografia di Vivian Maier assomiglia ai selfie che ci facciamo tutti e che tantissimi visitatori si fanno in museo vicino alle opere che sono più ispiranti per loro. Quindi questo modo di fotografare è molto vicino alla nostra realtà di oggi".L'esposizione torinese, ospitata nelle Sale Chiablese, resta aperta al pubblico fino al 26 giugno.