Culture

Scianna, non un maestro, ma un'incarnazione della fotografia

 

Milano, 14 nov. (askanews) - Sono immagini in molti casi famosissime, alcune entrate nell'immaginario collettivo. Eppure ritrovandole dal vivo si ha sempre la sensazione di stare guardando qualcosa di nuovo, come se il fascino e spesso anche il mistero di certe fotografie si rinnovasse di continuo. Guardare il lavoro di Ferdinando Scianna significa guardare al cuore della parola fotografia e da Still a Milano sono presenti cinquanta scatti che attraversano la carriera dell'artista siciliano, raccolti sotto il titolo "Non chiamatemi maestro"."Volevamo iniziare con una mostra che 'facesse il botto' - ha detto ad askanews Fabio Achilli, uno dei soci fondatori dell'associazione Still - e non c'era niente di meglio che invitare uno dei grandi maestri della fotografia del Novecento, anche se dire maestro contraddice il titolo che abbiamo dato alla mostra. Ferdinando non si ritiene un maestro, ma secondo lui è un semplice fotografo".Il percorso, curato da Achilli insieme a Denis Curti, altro socio del progetto Still, porta il visitatore in Spagna, in America Latina, a New York, a Parigi e poi naturalmente in Sicilia. Accanto alle fotografie, poi, ci sono anche le sue parole, che fanno da secondo pilastro del racconto. A sorprendere, oltre alla leggendaria lucidità di Scianna, è anche la vastità del suo sguardo, che spazia dalla moda al reportage, dal ritratto al racconto sociale, con alcune fughe perfino ai confini del surrealismo. Qualità che ne hanno fatto il primo italiano a essere ammesso nell'agenzia Magnum, ossia il luogo dove si è fatta la storia della fotografia del Novecento.