Economia

Agenda 2030, Asvis: bene l'impegno italiano, ma siamo in ritardo

 

Milano, 30 gen. (askanews) - Italia e Europa sul cammino per la realizzazione dell'agenda 2030: avanti,...piano; forse un po' troppo piano. Dai dati portati da Asvis a Torino, alla prima tappa del Giro d'Italia del Salone della Csr, emerge infatti con evidenza che nel perseguimento degli obiettivi fissati dall'Agenda Italia e Europa sono in ritardo, gli obiettivi sono lontani. Purtuttavia è evidente anche l'alto grado di interesse e di iniziative in cantiere sui diversi temi, interesse e promesse che lasciano aperta la strada all'ottimismo. "Ci sono due notizie una buona e una cattiva - è la sintesi di Gianni Bottalico responsabile Asviss per i rapporti con enti territoriali, comuni e regioni - La cattiva notizia è che purtroppo sia l'Europa che l'Italia non sono sul sentiero della sostenibilità: i dati sui 17 gol ci indicano questo. La buona notizia è che invece la Commissione europea si stava muovendo intorno a questo, ma soprattutto anche nel nostro Paese le istituzioni, la società civile, il mondo della finanza, e mondo delle imprese sono fortemente orientati rispetto agli obiettivi dell'Agenda 2030. Quindi c'è un grande impegno, c'è una grande spinta perché ci sia questa cambio questo svolta nella politica del nostro Paese".Bottalico è intervenuto alla prima tappa del tour in 14 città italiane che il Salone della Csr effettua come percorso alla scoperta dei diversi volti della Sostenibilità. La tappa torinese ha avuto come focus del confronto tra studiosi, aziende istituzioni e giovani il rapporto tra pubblico e privato. Un rapporto che Asvis considera vitale. "E' fondamentale - incalza Bottalico - noi ci siamo chiamati 'Alleanza per lo sviluppo sostenibile' appunto 'l'alleanza' riguarda tutti: riguarda il mondo delle imprese, e mondo della società civile quindi sarà fondamentale questo lavoro comune".Secondo recenti dati Ipsos il 71% degli italiani conosce il concetto di sostenibilità e il 74% ritiene che le aziende debbano considerare le conseguenze del loro business su società e ambiente. Sono dati che lasciano ben sperare per un sviluppo davvero sostenibile, ma alle intenzioni e alla conoscenza devono seguire anche i fatti. "Bisogna fare un salto di qualità - conclude il rappresentante dell'Asvis - bisogna pensare che oggi la sfida per tutti è guardare oltre e guardare al bene comune e non pensare e non pensare al bene parziale perché questo invece ferma e arretra la questione sulla sostenibilità".