Economia

Cerved Rating Agency: si riduce rischiosità imprese italiane

 

Milano, (askanews) - Per la prima volta dall'inizio della pandemia Cerved Rating Agency rivede al ribasso le stime di rischio di default per le imprese italiane. Un quadro in miglioramento rispetto a quanto registrato e previsto nei mesi scorsi, pur rimanendo ancora sopra i livelli pre-Covid, come spiega l'amministratore delegato Fabrizio Negri. "Se noi osserviamo le probabilità di default delle imprese italiane all'inizio della crisi, a febbraio 2020, il dato generale complessivo era pari al 4,5% - ha detto ad askanews - Lo scorso dicembre avevamo registrato un peggioramento fino al 5,1%. A gennaio 2021 abbiamo pubblicato il nostro credit outlook con una stima per la fine del 2021 del 6%. Oggi rivediamo queste nostre stime sulla base di quanto è accaduto nei primi sei mesi dell'anno e guardando soprattutto a quello che può accadere nella seconda parte del 2021: la stima migliorativa ci porta al 5,7%, quindi un miglioramento rispetto al dato precedente. Se poi spingiamo il nostro sguardo all'orizzonte dei primi sei mesi del 2022 vediamo questo dato migliorare ancora fino al 5,2%". Alla base della revisione, il miglioramento del quadro sanitario ed economico, con le attese di crescita del Pil italiano ben superiori alle stime precedenti, la spinta che verrà dal PNRR e i progressi della campagna vaccinale. "Il fattore principale - ha spiegato Negri - è ovviamente quello relativo alla ripresa economica che è sicuramente positiva ed è sufficientemente certa: dalla lettura di tutti gli osservatori del mercato abbiamo un consensus sui numeri della ripresa. Ci sono poi degli elementi che sono assolutamente congiunturali e sono l'effetto del PNRR per la componente 2021 e dei primi sei mesi del 2022 per quanto riguarda il nostro periodo di osservazione, le misure governative anti-crisi, o meglio, alcune termineranno e quindi qual è l'effetto del termine di queste misure, e poi, molto rilevante per un paese come il nostro a forte vocazione di export, tutto il tema relativo alle materie prime. Da ultimo - ha proseguito Negri - i due elementi non economici che hanno però una rilevanza maggiore rispetto a tutto quello che abbiamo considerato, che sono l'andamento della campagna vaccinale e le misure eventuali di contrasto delle nuove varianti".Fattori questi ultimi che costringono a un monitoraggio attento perchè i dati sulla diffusione del virus sono in continua variazione e che, nello scenario più pessimistico previsto dall'agenzia di rating, porterebbero il tasso di probabilità di default delle imprese italiane a risalire al 5,7% a giugno 2022. Tuttavia, anche se la situazione pandemica dovesse peggiorare, le imprese italiane sono oggi meglio equipaggiate ad affrontare scenari avversi e quindi nel complesso mostrano un profilo di rischio più favorevole rispetto ad un anno fa, seppur con forti differenze settoriali. "Ci sono sicuramente - ha spiegato Negri - comparti industriali come il farmaceutico, come alcuni alcuni comparti del manifatturiero e il food&beverage che mostrano dati di probabilità di default attesa di molto inferiori rispetto ai dati medi di cui abbiamo parlato. Di contro abbiamo tutto il comparto dell'accoglienza, del turismo, della ristorazione dell'ospitalità e delle costruzioni che invece continueranno a soffrire sia nei prossimi mesi del 2021 e secondo noi anche nei primi sei mesi del 2022".