Economia

Istat: in pandemia forte coesione Paese, ma più disuguaglianza

 

Roma, 3 lug. (askanews) - Il segno distintivo dell'Italia nella fase del lockdown "è stato di forte coesione". Questa si è manifestata "nell'alta fiducia che i cittadini hanno espresso nei confronti delle istituzioni impegnate nel contenimento dell'epidemia e in un elevato senso civico verso le indicazioni sui comportamenti da adottare" tanto che il "92% degli italiani ha rispettato le distanze" e in media ci sono stati 11 lavaggi di mani al giorno. È questo il quadro tracciato dall'Istat nel suo Rapporto annuale presentato alla Camera dedicato agli effetti della pandemia da Covid 19 e del lockdown sulla popolazione italiana. "La famiglia ha rappresentato un rifugio sicuro per molti", si legge nel rapporto.Ma la rapida caduta della natalità potrebbe subire un'ulteriore accelerazione nel periodo post-Covid. Recenti simulazioni, che tengono conto del clima di incertezza e paura associato alla pandemia in atto, mettono in luce un suo primo effetto nell'immediato futuro; un calo che dovrebbe mantenersi nell'ordine di poco meno di 10mila nati, ripartiti per un terzo nel 2020 e per due terzi nel 2021. La prospettiva peggiora ulteriormente se agli effetti indotti dai fattori di incertezza e paura si aggiungono quelli derivanti dallo shock sull'occupazione.Altro fattore emerso dal rapporto Istat è che l'epidemia di coronavirus "ha colpito maggiormente le persone più vulnerabili, acuendo al contempo le significative disuguaglianze che affliggono il nostro Paese, come testimoniano i differenziali sociali riscontrabili nell'eccesso di mortalità causato dal Covid-19". L'incremento di mortalità "ha penalizzato di più la popolazione meno istruita".