Economia

La "terza via della contrattazione" tracciata da Cifa-Confsal

 

Milano, 21 giu. (askanews) - Si presentano come "la terza via della contrattazione", un'alternativa agli accordi delle sigle confederali e ai contratti collettivi nazionali autonomi, spesso accusati di dumping. Sono i contratti Cifa-Confsal che innovano il mercato del lavoro puntando sulla qualità, senza toccare i livelli retributivi. Una strada validata da un'indagine comparativa dell'Università di Verona e del Centro Studi Incontra. La ricerca è stata presentata a Milano durante una tavola rotonda promossa dal fondo interprofessionale Fonarcom, nell'ambito del Festival del Lavoro. Andrea Cafà, presidente Cifa: "Oggi ci sono i contratti leader dei confederali, ci sono i contratti autonomi che fanno un po' di dumping. La nostra è una terza via: puntiamo molto sulla formazione, sulla crescita della persona"."E poi: welfare - ha aggiunto Cifà - Ci vuole molta flessibilità adesso nei rapporti di lavoro. Immaginiamo uno che si occupa di social: deve essere a disposizione la sera, la mattina presto e durante le feste. E allora? Questa flessibilità va colmata facendo delle attività di welfare, bisogna prendere delle misure per i lavoratori. L'azienda si deve impegnare e si deve interessare dei lavoratori: quindi pensare anche ai problemi sanitari della persona e della sua famiglia".Un'alternativa in un settore come quello della contrattazione spesso troppo rigido sulle sue posizioni. Cesare Damiano, presidente dell'Associazione Lavoro&Welfare. "Quello che viene fuori a mio avviso è il superamento di una visione manichea nella quale ci sono i contratti storici, buoni, e i contratti autonomi, cattivi. No: c'è una tripartizione - ha spiegato l'ex ministro - ci sono i contratti pirata che sono il nemico da sconfiggere, il nemico della buona contrattazione storica, quella di Cigl, Cisl, Uil, Confindustria e così via, e della buona contrattazione autonoma".L'opzione degli accordi Cifa-Confsal stuzzica anche il Cnel che apre alla possibilità di creare un sistema di certificazione per separare gli accordi regolari da quelli pirata, in base a precisi indicatori qualitativi. Tiziano Treu, presidente del Cnel. "Noi siamo curiosi, io ho già avuto qualche input. Il Cnel è disponibile, finita la fase della denuncia dei contratti pirata, di analizzare la qualità e vedere quali sono i contratti che hanno più qualità". Soprattutto alla luce della necessità, evidenziata dall'Ispettorato nazionale del lavoro, di un controllo sostanziale e non solo formale di ciascun contratto collettivo nazionale.