Economia

Scuola, con Sharp la tecnologia è al servizio della didattica

 

Roma, 21 mag. (askanews) - La tecnologia e l'innovazione al servizio della didattica nelle scuole italiane. E' questo l'obiettivo della sperimentazione avviata da Sharp in collaborazione con l'Università del Salento e l'Istituto Comprensivo 3 di Modena. I risultati del progetto sono stati diffusi in occasione di un tavolo di lavoro organizzato da Consenso, gruppo Hdra'.Ad illustrare l'iniziativa è il direttore marketing di Sharp Electronics Italia, Carlo Alberto Tenchini: "Abbiamo voluto creare un progetto che è durato circa due anni per la sperimentazione di nuove tecnologie negli ambienti scolastici. Con questo progetto sono state applicate tecnologie in un ambiente vero, quello dell apprendimento, però supportando l'inserimento delle tecnologie con tutta un'attività di accompagnamento degli insegnanti nello sviluppo del progetto. Dopo due anni di sperimentazione, grazie all' Università del Salento e all'Istituto Comprensivo 3 di Modena, siamo stati in grado di produrre un rapporto con i risultati di questa sperimentazione. Questa è l'occasione per presentare la sperimentazione come una buona pratica da applicare, possibilmente, alla maggior parte delle scuole italiane".Secondo Piergiuseppe Ellerani, professore di Pedagogia Generale e Sociale dell'Università del Salento, la scuola italiana è pronta a raccogliere la sfida del digitale. "Certo, la scuola italiana sta rispondendo in modo serio all'innovazione didattica e anche all'uso delle tecnologie. Questo è un piccolo esempio di come le tecnologie possono davvero aiutare a fare la differenza, attraverso un nuovo modo di accompagnare gli insegnanti nella loro quotidianità, nella loro azione quotidiana a servizio proprio dell'innovazione coinvolgendo i ragazzi e gli studenti in una comunità di pratiche di apprendimento. Quindi sviluppano più competenze, più capacità di risolvere problemi, utilizzando appunto nuovi linguaggi e nuove forme di strumentazione che, oggi, sono necessari anche per affrontare il futuro che sta arrivando e che in qualche modo già c'è".Daniele Barca, dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo 3 di Modena, ha così spiegato i risultati della sperimentazione: "Il progetto in cui siamo stati coinvolti dal professore Ellerani e da Sharp aveva come obiettivo sostanzialmente lavorare con la videoconferenza e con i grandi schermi. Noi siamo una scuola che ha quattro plessi spalmati sulla città di Modena, uno anche in periferia profonda verso la campagna, e siamo riusciti essenzialmente a mettere insieme in collegamento i ragazzi in varie attività di laboratorio, di scienza, nelle biblioteche eccetera, ma anche gli insegnanti perché non sempre si possono radunare insieme tutti gli insegnanti che collaborano a dei progetti. La cosa bella è che in genere i progetti iniziano e muoiono. In questo caso, aver conservato anche gli schermi, ha significato che adesso sono degli strumenti naturali, normali, quotidiani. Ce li abbiamo in casa e li utilizziamo normalmente. Non dobbiamo creare occasioni specifiche e questo credo che sia il valore aggiunto al di là e anche dopo la sperimentazione".