Economia

Tim, Romano: abilitatori e contributori per sviluppo sostenibile

 

Roma, 4 ott. (askanews) - L'Italia è in ritardo nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 dell'Onu. La crisi sistemica del modello di sviluppo dominante accelerata dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina e dai cambiamenti climatici sta aumentando le diseguaglianze sociali e mettendo a dura prova i target di sostenibilità. È questo lo scenario che emerge dal settimo Rapporto annuale dell'ASviS, l'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, presentato a Roma al Palazzo delle Esposizioni nella giornata inaugurale del Festival dello Sviluppo Sostenibile. Un momento di incontro che ha visto coinvolti manager delle principali aziende italiane e istituzioni che si sono confrontati sugli sforzi da compiere perchè la crisi in atto non freni lo sviluppo sostenibile. Tra gli inviati Elisabetta Romano, chief network operations and Wholesale officer di Tim e Ceo di Sparkle, la società infrastrutturale di Tim cui fanno capo le reti di telecomunicazioni internazionali sottomarine. Romano si è detta positiva sulla forza che il paese sa dimostrare nei momenti di maggiore difficoltà e ha messo in luce il duplice ruolo di Tim, come abilitatore e contributore nella sostenibilità."Abilitatore perchè la tecnologia, e quindi le reti, la connettività, l'Iot, il 5G e tutto ciò di cui ci occupiano in Tim sono tutte tecnologie che servono per indirizzare alcuni dei goal. Poi contribuiamo. Perchè in tantissimi di questi goal noi come azienda siamo in prima fila perchè per esempio parlavo dell'energia. In questo caso Telecom Italia che è la seconda azienda in Italia come consumo di energia, 2 terewattora all'anno, e in questo caso ci siamo attrezzati già da tempo a mettere in pedi e utilizzare tecnologie innovative per fare efficienza e nel 2021 abbiamo portato il 25% di efficienza sui nostri impianti ed è fondamentale in quanto il traffico dati raddoppia ogni due anni e quindi è fondamentale contenere l'energia".Tra gli obiettivi portati avanti dalla società, quello della chiusura del gender gap, perché solo offrendo a uomini e donne le stesse opportunità ci può essere una vera meritocrazia. Il gruppo Tim si è impegnato infatti perchè entro il 2024 la percentuale di donne in posizioni di responsabilità rispecchi la percentuale di donne del gruppo, ovvero il 29%, ha sottolineato Romano, arrivata a guidare un'azienda in un mondo, finora, tutto maschile."Nello stesso tempo vogliamo lavorare, contribuire prima, anche quando si studia. Facevo lesempio della Fondazione Ortigia, in Sicilia, dove manager in questo caso di Sparkle, fanno fìda mentori a queste giovani donne delle università siciliane per dare già una vista di cosa significa il mondo del lavoro e far capire che il mondo in cui operiamo è un modo interessante e non solo ad appannaggio degli uomini. Ci sono quindi inziative che abbiamo in zienda per cercare di fare avvicinare le donne al nostro settore che è interessante ma che ha perso un po' di appeal in generale verso le giovani generazioni e in particolare verso le giovani donne".