Politica

Caterina Avanza, candidata Pd: "Europa, l'utopia che ci salverà"

 

Roma, 17 apr. (askanews) - Per Caterina Avanza, l'Europa è "l'unica utopia che valga la pena vivere per le generazioni future, l'utopia che salverà il modello sociale e il modello di vita europeo, diverso da quello che si vive altrove. Forse guardando all'Europa da un altro continente saremmo un po' meno pessimisti". Collaboratrice del presidente francese Emmanuel Macron, incaricata della coordinamento della campagna europea per il partito En Marche, la bresciana specializzata in Scienze Politiche alla Sorbona si è dimessa per accettare la candidatura nelle liste europee del PD, una delle 39 donne in lizza su 76 candidati. Nicola Zingaretti cerca di varare una alleanza transnazionale che però, dice Avanza in una intervista ad Askanews, non ha nulla a che vedere con la "internazionale sovranista" di Matteo Salvini.Essere la candidata "di En Marche per il Pd significa fare una campagna europea" dice Avanza, "faccio la stessa campagna, solo ci sono le Alpi in mezzo". Una campagna europea che parte dall'esperienza fatta in Francia con la "grande Marche pour l'Europe", campagna porta a porta per chiedere ai francesi cosa funziona nell'Europa unita e cosa no.Queste elezioni europee vedono il tentativo di creare fronti uniti; ma per Avanza "l'alleanza sovranista di Salvini è un fake, con Marine Le Pen non sono d'accordo sui migranti, con Alternative fur Deutschland non sono d'accordo neanche sulle questioni economiche. In sostanza sta facendo un'alleanza con Juncker del Partito popolare. Per noi è diverso. Per la prima volta da quando il parlamento europeo viene eletto a suffragio universale, se i sondaggi dicono il vero la destra conservatrice del Partito Popolare non sarà più egemone, e i partiti che prima erano satellitari - socialisti, verdi, centrasti - insieme possono avere la maggioranza e portare avanti alcuni cantieri fondamentali per aggiornare un'Europa che non è adatta al 2020".I principali tre cantieri sono "ecologia ed agricoltura, che noi consideriamo insieme; capisco che i giovani manifestino in piazza. Bisogna cambiare modello produttivo e mettere la finanza al servizio di una transizione ecologica, creare una banca del Clima. Su questi sono tutti d'accordo. Poi c'è la questione del salario minimo - ci sono sei paesi che non hanno ancora un salario minimo in Europa, e se non è pensabile che Bulgaria e Lussemburgo abbiano lo stesso salario minimo è possibile però creare delle forchette per armonizzare le retribuzioni. Poi c'è la questione della governance; l'Europa a 27 si muove ancora all'unanimità e questo spesso blocca le decisioni. Siamo convinti che su certi progetti bisogna lavorare con meno paesi lasciando sempre la porta aperta agli altri".