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Coronavirus, la terapia intensiva a Bergamo con i militari russi

 

Milano, 6 apr. (askanews) - Alpini e russi questa volta combattono insieme contro un nemico comune. È stata completata la dotazione delle unità di terapia intensiva, in cui i team medici russi e italiani lavoreranno a Bergamo su pazienti con infezione da coronavirus. Ecco in queste immagini i ventilatori Aventa di produzione russa di cui askanews ha parlato per prima, oltre ai test e alla messa a punto di tutte le apparecchiature installate. Comprese le pompe a perfusione Agilia della multinazionale Fresenius Kabi, con sede in Germania.A partire dai prossimi giorni, gli specialisti inviati da Mosca, in base a un accordo tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il leader del Cremlino Vladimir Putin, si occuperanno dei pazienti italiani in queste 2 unità di terapia intensiva dell'ospedale da campo degli alpini, 24 ore al giorno, secondo tre turni.Ma la presenza di militari russi su territorio italiano ha generato fortissime polemiche e una reazione molto dura del portavoce della Difesa russa Igor Konashenkov. Ancora un altro punto di vista viene espresso da questo volontario:"Io penso che sia la cosa più bella che due Paesi possano fare, soprattutto una cooperazione sulla sanità, che non è quella militare, ma è salvare la gente. E questa è la cosa più bella e io sono felice della presenza russa, come posso essere felice della presenza cinese o di quella americana. Il mondo e l'umanità si aiuta per difendersi: questa è la cosa importante".L'ospedale ha 142 posti letto. Vi lavoreranno oltre 200 specialisti italiani e russi. Secondo la Farnesina i russi hanno portato 150 ventilatori polmonari già in parte donati all'ospedale Giovanni XXIII e all'ospedale presso la Fiera di Milano.