Politica

Cyberbullismo, lo sport arma di prevenzione per i più piccoli

 

Roma, 29 lug. (askanews) - Lo sport è un'arma fondamentale per combattere il bullismo cibernetico, quello che corre sui social e che colpisce in particolare i minori, in modo subdolo ma spesso devastante per una psiche ancora in formazione. E' emerso dal convegno su Evoluzione e Prevenzione del Cyberbullismo organizzato dal Gruppo della Lega alla Camera, a cui ha partecipato il segretario Matteo Salvini e la senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli, presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.Così Ronzulli ha spiegato in che modo lo sport può aiutare a combattere il fenomeno: "Lo sport è sicuramente uno strumento fondamentale che le due agenzie educative scuola e famiglia hanno per contrastare il fenomeno del Cyberbullismo perché facendo fare sport ai nostri ragazzi li togliamo per qualche ora dai tablet e dal pc e soprattutto avranno la possibilità di relazionarsi in una vita reale e non più virtuale".Da qui una serie di proposte di legge repressive, come quella firmata da Salvini e Ronzulli per perseguire penalmente coloro che usano i social per fini abietti, come l'istigazione al suicidio, previste pene da uno a cinque anni, ma anche propositive, per favorire la diffusione e la pratica dello sport. Un'azione quanto mai necessaria dopo mesi di chiusure, di didattica a distanza, di lockdown.Ma c'è dell'altro, spiega ancora Ronzulli: "Oltre questo il parlamento ha stabilito una linea importantissima nel Pnrr quindi nei fondi del Recovery Plan che arriveranno dall'Europa, si tratta di 1 miliardo di euro proprio per la costruzione e l'ampliamento di centri sportivi".Per promuovere lo sport e combattere il cyberbullismo Salvini ha insistito in particolar modo sulla necessità di insegnare l'educazione fisica sin dalle scuole elementari, impiegando gli 11mila laureati in scienze motorie: "Non pensiamo a obblighi vaccinali per ragazzini di 12/13 garantiamo a tutti una scuola in presenza con uno sport che veramente è salute, è vita".Infine il tema scottante del primo smartphone ai bambini, con l'età media che si abbassa sempre di più. Forse, è emerso ancora dal convegno, sarebbe il caso di limitarne l'uso a scuola. Almeno fino alla terza media.