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Parla il colosso russo dei metalli che ha tagliato le emissioni

 

Verona, 28 ott. (askanews) - Al forum Eurasiatico di Verona una delle imprese russe più interessanti sul fronte della transizione green: Metalloinvest. L'azienda è il più grande produttore e fornitore al mondo di ferro bricchettato a caldo commerciale (HBI), una materia prima a basse emissioni di carbonio per la produzione di acciaio verde; occupa una posizione leader nella produzione di concentrato di minerale di ferro, pellet e acciaio di alta qualità. Nel primo semestre 2021 Metalloinvest ha fatturato 5,1 miliardi di dollari. E guarda alla conferenza internazionale Onu sul clima CoP26, in programma dal 31 ottobre a Glasgow, con speranza.Yuriy Gavrilov, Direttore Strategia e M&A di Metalloinvest:"L'incontro a Glasgow rappresenta uno sviluppo delle tendenza internazionale che noi osserviamo ormai da anni e un punto chiave di queste tendenze è rappresentato dagli accordi di Parigi: molti Paesi che sottoscrissero quegli accordi, li hanno assunti già come strategia nazionale, per lo sviluppo nazionale a un tale livello per arrivare a emissioni zero dal 2050 o 2060. Quindi quello che si dibatterà e si deciderà a Glasgow dal nostro punto di vista sarà giusto. Certo, ci sono molti problemi sul piatto, ed essi richiedono concertazione tra i diversi Paesi e i loro modi per affrontarli. Quindi questo tipo di incontri è necessario, per accordarci tutti insieme, per capire cosa bisogna fare e andare avanti, con passi concreti".Metalloinvest d'altronde è una società che ha lavorato molto sul futuro e sul rispetto ambientale, anche grazie, dice Gavrilov, alla capacità visionaria dell'azionista, Alisher Usmanov, che ha capito in anticipo la necessità di muoversi in questa direzione. Guardando avanti per diminuire le emissioni di CO2."Quest'anno Metalloinvest ha approvato la sua strategia climatica a lungo termine. La prima fase di questa strategia prevede a ridurre del 6 per cento le nostre emissioni entro il 2025, rispetto al 2019, e siamo già in fase di realizzazione. Ma la parte più importante sarà rispetto al 2035, per quando noi prevediamo di ridurre le emissioni di CO2 del 77%, grazie anche al piano di sostituire progressivamente il gas naturale con l'idrogeno nei processi tecnologici".Intervista di Cristina GiulianoMontaggio di Gualtiero BenatelliImmagini askanews, Metalloinvest