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Per il Parmigiano, dopo anni di embargo russo, ora dazi Usa

 

Milano, 3 ott. (askanews) - Povero Parmigiano, dopo anni di embargo russo, ora arrivano anche i dazi Usa. La conferma, dopo l'annuncio del Segretario di Stato statunitense Mike Pompeo; è arrivata con la lista dei prodotti "multati", pubblicata dalle autorità americane dopo il via libera del Wto agli Stati Uniti, alla rappresaglia per gli aiuti dati dai paesi europei all'Airbus contro l'americana Boeing.E mentre - per ora - si salvano il prosecco e l olio di oliva, nell inferno delle nuove sanzioni finisce non solo Parmigiano reggiano, ma anche il pecorino, il provolone e il prosciutto. La mannaia commerciale si abbatte sul Made in Italy, colpendo prodotti di eccellenza con una tariffa del 25%.I dazi che dovrebbero scattare dal 18 ottobre non prendono tuttavia di mira solo l'Italia. Nell elenco figurano anche il whisky scozzese, i vini francesi, l'emmental svizzero e la groviera. L amministrazione Trump auspica di trattare con l Unione europea per risolvere i nodi sul tavolo. Ma benchè Mike Pompeo abbia sorriso alla consegna del Parmigiano da parte delle Iene - poi fatto restituire da Palazzo Chigi - nel concreto c'è molta tensione. Come ha spiegato il capo della Farnesina Luigi Di Maio:"Noi abbiamo imprese che vivono di export, della possibilità di far conoscere le "Ferrari" del mondo del vino, dell'agroalimentare e dell'artigianato in tutto il mondo. Noi difenderemo le imprese e non faremo sconti, come governo daremo tutti noi stessi per riuscire a difendere il Made in Italy, le nostre esportazioni e le nostre eccellenze".Ma Donald Trump considera la storia dei dazi una vittoria personale nei confronti dell'Europa, specificando: "Quei paesi che hanno derubato gli Stati Uniti per molti anni sanno che sono saggio, che abbiamo portato a casa molte vittorie, ma questa è una vittoria da 7 miliardi di dollari: niente male".E sarà pure una vittoria, eppure i dazi sul Parmigiano col suo sapore inconfondibile e la lunga storia che lo vede citato persino nel Decamerone di Giovanni Boccaccio, sembra assomigliare molto di più a una perdita di gusto.