Politica

Romeva: processi a politici catalani sintomo di debolezza Spagna

 

Roma, (askanews) - In Spagna la "questione catalana", il referendum - proibito da Madrid - sull'indipendenza della Catalogna e il diritto all'autodeterminazione sono sempre più oggetto di processi in tribunale anziché di negoziati di natura politica: a lanciare l'allarme è Raul Romeva, ministro per le relazioni con l'Estero del governo autonomo della Catalogna. Attualmente sono in corso processi per "disobbedienza grave" contro diversi esponenti politici catalani fra cui l'ex presidente del governo autonomo Artur Mas e la presidente del Parlamento autonomo, Carme Forcadell. L'accusa riguarda l'organizzazione del referendum consultivo e informale sull'indipendenza tenustosi nel novembre del 2014, a cui parteciparono oltre due milioni di persone. Se condannati, gli imputati rischiano fino a 10 anni di interdizione dai pubblici uffici."Credo che questo illustri molto bene la fragilità democratica dello Stato spagnolo. E' un sintomo della debolezza dello Stato di diritto in Spagna: se di fronte a un problema politico, a una domanda pacifica e democratica la risposta è giudiziaria, significa che c'è proprio un problema di struttura nella distribuzione dei poteri dello Stato. E' anche un esempio di come non sia solo un problema della Catalogna ma della sopravvivenza della credibilità dello Stato, perché questa separazione dei poteri che deve esserci in qualsiasi stato membro dell'Unione europea, nel caso spagnolo non esiste. Voglio ricordare che non solo è sotto processo una presidente del parlamento regionale, ma anche tre membri dell'ufficio di presidenza dello stesso parlamento, mentre un quarto non è sotto processo in quanto non si è espresso in modo esplicito a favore dell'indipendenza. E' chiaro che ciò che sta facendo la procura è perseguire non dei fatti ma delle intenzioni, cosa che è di dubbia credibilità dal punto di vista giuridico. Inoltre, l'ex presidente Mas e i tre membri del suo governo sono sotto processo per una consultazione giuridicamente non vincolante, in sostanza un sondaggio senza conseguenze giuridiche."Questo è il livello, e sta generando molta sfiducia: perché se questo tipo di azioni politiche si portano in tribunale, e con un tribunale costituzionale, la massima istanza dello Stato, che è presieduta da qualcuno che a lungo è stato legato al Partido popular, quindi un tribunale estremamente politicizzato, queste istituzioni perdono molta credibilità di fronte ai cittadini. Questo è vero in Catalogna, ma al livello internazionale accade lo stesso: molti, che non necessariamente condividono l'idea che la Catalogna debba diventare uno Stato, manifestano seria preoccupazione per il fatto che questo tema non si possa discutere a livello politico e democratico e che invece vi è una risposta solo nei tribunali"."Per questo è così importante che di fronte a questa pressione giudiziaria la risposta sia più democrazia: non una risposta giudiziaria, e in nessun caso violenta. Serve più democrazia, una radicalità democratica. Questa è l'unica cosa che nell'Europa del XXI secolo può dare risposte ai problemi della Catalogna, ma direi anche dello Stato spagnolo e in certa misura del progetto di costruzione Europea".