Spettacoli

Calopresti racconta l'Aspromonte e gli ultimi senza diritti

 

Roma (askanews) - Il mondo rurale dell'Aspromonte negli Anni Cinquanta, tra la voglia di cambiare tutto di contadini e allevatori, stretti tra la miseria, le angherie del mafioso locale e l'assenza completa dello stato. E' un racconto corale quello del film "Aspromonte" di Mimmo Calopresti, passato al Taormina Film Festival e in uscita nelle sale italiane il 17 ottobre.Il film inizia con l'assalto degli abitanti di un piccolo centro dell'Aspromonte alla prefettura. Adulti e bambini sono determinati a strappare al prefetto la promessa di avere un medico nel loro piccolo paese di montagna, isolato dalla costa, per quanto vicina, per mancanza di strade e collegamenti."Aspromonte parla degli ultimi, gli ultimi che hanno bisogno di esistere, di essere raccontati, di esser visti, perché hanno bisogno di tutto, di diritti di essere curati, hanno bisogno e soprattutto nel film hanno bisogno di una strada per collegarsi al mondo. Il film è ambientato ad Africo negli anni Cinquanta, ma Africo è simbolico di tutto ciò di cui ancora abbiamo bisogno", ha spiegato il regista.Nel cast del film ci sono Valeria Bruni Tedeschi, Elisabetta Gregoraci, Sergio Rubini, Marco Leonardi e Marcello Fonte, che porta un tocco di magia e poesia in una vicenda molto dura. Mai dimenticarsi della bellezza e dei colori, il messaggio positivo del film, anche se sopraffatti dalla miseria e dalla difficoltà."Sì perché chi vive in condizioni disperate, magari vive anche in un posto meraviglioso come è l'Aspromonte. E' la nostra terra, che è sempre importante per noi. E' un mondo fatato".