Spettacoli

Matteo Martari si racconta, da "L'Alligatore" al medical drama

 

Roma, 14 dic. (askanews) - Manca pochissimo al finale di stagione de "L'Alligatore". Il 16 dicembre, in prima serata su Rai2, ultima puntata della fiction crime-noir di Daniele Vicari e Emanuele Scaringi che hanno portato in tv le atmosfere dei libri di Massimo Carlotto sulla storia di Marco Buratti, l'Alligatore, un ex cantante Blues ingiustamente condannato a sette anni di carcere e diventato poi un investigatore molto particolare. Che ora ha un ultimo caso da risolvere, a modo suo.Il protagonista Matteo Martari ha raccontato di essersi subito appassionato al personaggio con cui ha in comune le origini venete. "É stato un ruolo molto affascinante, non conoscevo i romanzi ma conoscevo Massimo Carlotto e appena mi hanno detto che sarei stato io probabilmente l'Alligatore, mi sono fiondato in libreria e ho preso tutto quello che c'era da prendere di Massimo Carlotto".Una serie particolare, come i libri, in cui si mescolano i generi, con un'ambientazione parte integrante del racconto, tra nebbie, ambiguità e Blues. "I suoi punti chiave rispetto ad altri prodotti sono penso l ambientazione, che è molto specifica, questo Nord forse un po sconosciuto, la Laguna veneta, posti incantevoli e la musica che fa da colonna sonora per tutta la serie. Abbiamo avuto a disposizione brani originali di dove è nato il Blues, in Louisiana, e abbiamo lavorato su quelli, poi Teho Teardo ne ha fatto un opera magnifica".Da un genere all'altro; vedremo presto Matteo Martari in tv in un ruolo molto diverso. "Al momento sono impegnato su un set a Torino, una coproduzione di Rai Fiction con Aurora per rRai1, un medical ambientato negli anni 60 e parla dell ipotetico primo trapianto di cuore fatto in Italia e della macchina cuore-polmone, insomma delle eccellenze in Italia".