I tempi sono strettissimi. Massimo due o tre giorni. Segnatamente per le città metropolitane, quindi anche i comuni della provincia, di Milano e Napoli si va verso ulteriori restrizioni per cercare di frenare la curva dei contagi da Covid-19. Va detto subito che non sarà un lockdown totale stile marzo-aprile. Per intenderci - secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di anticipare - le scuole materne e le elementari, così come gli asili nido, resteranno aperti. Didattica a distanza parziale per le scuole medie e totale, al 100%, per le superiori. Ma la misura chiave per cercare di contenere la diffusione del coronavirus sarà l'occupazione al 50% e non oltre dei mezzi pubblici, quindi metropolitane, treni, filobus e autobus. Il tutto, ovviamente, collegato con l'utilizzo almeno al 50% dello smart working ovunque sia possibile il lavoro da remoto per i dipendenti del settore privato. Mentre per quello pubblico resteranno in vigore i provvedimenti presi con l'ultimo Dpcm del presidente del Consiglio.
A forte rischio chiusura anche i parrucchieri, almeno nelle province di Milano e Napoli. Possibile, ma tutto dipenderà dalla risposta ufficiale che il Cts darà al ministero della Salute, la chiusura dei confini delle città metropolitane. In sostanza, se così fosse, sarebbe vietato uscire dalle province di Milano e di Napoli tranne che per comprovati motivi di lavoro, di salute o di reale necessità. Bar, ristoranti e pizzerie resterebbero aperti dalle 5 alle ore 18, come è oggi. Anche per i centri commerciali resterebbero in vigore le attuali restrizioni. L'obiettivo principale sarebbe, condizionale d'obbligo, quello di ridurre drasticamente la circolazione di persone soprattutto sui mezzi pubblici. Al momento non vengono individuate altre zone del Paese dove agire in tempi rapidi, a parte Milano e Napoli, ma l'attenzione sarà massima sull'andamento dei dati della curva epidemiologica in modo tale da intervenire anche in altre aree qualore fosse necessario.
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