E’ possibile scappare dal Coronavirus. Un posto al mondo si è salvato, lo racconta una ricerca della Cambridge University. E’ l’Antartide, 5000 abitanti e un universo di ghiaccio intorno.
Il continente dell’emisfero australe, il quarto più grande del pianeta, dopo Asia, Africa e Americhe, con 14 milioni di chilometri quadrati non è un lembo di terra incontaminato. Tra ricercatori, turisti, industrie e pescatori le aree abitate si sono riempite, l’anno scorso si sono contati fino a 75.000 turisti. I ricercatori si sono interrogati però sul perché l’Antartide fosse rimasto illeso. Ed è venuto fuori che la combinazione della fine della stagione estiva antartica e l’immediata decisione degli operatori nazionali che vi operano (Argentina, Australia, Cile, Francia, Nuova Zelanda, Norvegia, Regno Unito oltre a Brasile, Spagna, Perù, Sudafrica che rivendicano territori) di limitare, se non impedire da marzo totalmente gli accessi, ha fatto sì che la pandemia non si insinuasse nel territorio. La scarsa presenza umana e la difficoltà a raggiungere la terra ha fatto il resto. Anche perché l’Antartide manca di strutture ospedaliere specializzate tali da poter curare il Covid nel caso insorga nelle forme più gravi. E non si sfugge alla ‘macchina’: il 98% del continente è ghiaccio.
L'interruzione globale si è tradotta in una temporanea diminuzione dell'attività umana, per le 38 stazioni esistenti, ma i rischi persistono tutt’ora che sono ripresi gli insediamenti dei ricercatori e delle industrie della pesca che non si sono mai fermate in realtà. A inizio novembre è partita una spedizione di ricercatori britannici ma che per accedere al continente australe non ha toccato alcun porto ed ha preceduto l’imbarco dei componenti con 14 giorni di quarantena.
Nella prima settimana di novembre anche l’Italia ha inviato i suoi ricercatori in una spedizione in Antartide, finanziata dal Ministero dell’Università e Ricerca (MUR) nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) e gestita dall’ENEA e dal CNR, riattivando i servizi presso la stazione di ricerca, nella base italiana Mario Zucchelli, nella Baia Terra Nova, dopo la chiusura del marzo scorso.
Resta di vitale importanza, spiega la ricerca, cercare di tenere il continente incontaminato dal SARS-CoV-2. In più le distanze e le condizioni atmosferiche non permettono un reale tracciamento della pur limitata popolazione. La pesca del krill, il mini crostaceo più pescato nel continente, è però continuata, anche se il movimento delle persone da, verso e intorno l’Antartide continua ad essere ridotto.
Molte nazioni hanno comunicato di aver ridimensionato drasticamente i loro piani scientifici per la stagione sul campo 2020-21, così come molte università e istituti di ricerca. La cancellazione o il differimento del finanziamento delle ricerche e l’interruzione del lavoro, pur considerato di vitale importanza vista la centralità del continente nel comprendere l’evoluzione dei ghiacci sulla terra, si tradurrà in licenziamenti e pensionamenti forzati, processo che interesserà soprattutto ricercatori e lavoratori a tempo determinato.
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