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Costume
8 marzo con Liliana Segre e le donne in difficoltà: tra neomamme, RSA e scuola
La Senatrice Liliana Segre con uno dei "cuori della gratitudine", realizzati mescolando materiali tipici della tradizione africana e di quella veneta

Anche quest'anno l'8 marzo coincide con un periodo di drammatica difficoltà, a causa del Covid-19. Più che una festa della donna in senso stretto, quindi, è una giornata da dedicare a chi più sta soffrendo.

Una donna davvero speciale come la Senatrice Liliana Segre ha scelto di farlo supportando l’iniziativa solidale #solodalcuore, lanciata da Coldiretti per aiutare le neomamme del Sudan meridionale, una zona particolarmente difficile. Il progetto è nato da un’idea dell’imprenditrice Katia Zuanon: la vendita dei “cuori della gratitudine” sul sito www.solodalcuore.it è finalizzata a sostenere l'iniziativa di Medici con l’Africa Cuamm “Prima le mamme e i bambini. Mille di questi giorni”, che prevede la realizzazione di un reparto di maternità a Rumbek, con annessa una scuola di formazione per ostetriche.

"Le donne si ammalano più facilmente di Covid-19"

Non è però necessario andare in Africa per trovare donne messe in grave difficoltà dalla pandemia. Come spiega Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana (Spi) e della International psychoanalytical association (Ipa), “se fra gli uomini vi è un maggior numero di decessi per problemi sia genetici che ormonali legati al Covid-19, le donne si ammalano più facilmente e hanno conseguenze a lungo termine più gravi e prolungate. Una delle ragioni principali di questa disparità sono le differenze nel tipo di occupazioni generalmente svolte dal sesso femminile rispetto a quello maschile e la suddivisione del lavoro, oltre che l’accudimento dei familiari e l’impegno nella comunità".

"Le donne sono maggiormente impiegate nel settore dei servizi e nell’assistenza sanitaria, per esempio negli ospedali e nelle case di cura, quindi entrano in contatto con il virus più frequentemente. A casa hanno carichi di lavoro più pesanti degli uomini, spesso occupandosi da sole, ancora oggi, dell'educazione dei figli, della famiglia e degli anziani. Anche per questo il lockdown ha avuto un impatto più pesante sulle donne che, oltre a dover lavorare in smartworking, sono state sovraccaricate: anche dai figli con la didattica a distanza. Da un punto di vista sia pratico sia psicologico, ciò le ha costrette a un adattamento rapido e inaspettato, portandole a subire un trauma maggiore. Anche se si ammalano di Covid-19, le donne che non hanno bisogno di cure in ospedale devono comunque, durante la malattia, continuare a occuparsi di ogni cosa e spesso anche a lavorare in smartworking, persino se aspettano un bambino”. 

Aumentano i femminicidi e calano le nascite

“I femminicidi, infine, sono una tragedia mondiale", aggiunge la Dott.sa Lucattini. "Non si farà mai abbastanza per impedire che accadano, ma la pandemia ha sicuramente peggiorato la condizione in cui milioni di donne vivono quotidianamente e quindi ha alimentato ancor di più questo tragico fenomeno. Tutto ciò è anche alla base della diminuzione di nascite che si è registrata quest'anno: il disagio della donna, la sua depressione e la sua stanchezza non possono che avere ripercussioni sulla coppia, sui figli e sulla famiglia”. 

200.000 donne precarie nel settore della scuola

Il quadro non è certo più roseo guardando al settore della scuola, dove troviamo oltre 200.000 donne precarie e senza tutele. I numeri di questo comparto sono davvero impietosi: sono donne ben 735.000 insegnanti, su un totale di 908.000. Oltre 170.000 non sono di ruolo. Ci sono poi altre 150.000 donne che lavorano nel settore scolastico, tra assistenti tecnici, collaboratrici scolastiche e Dsga, tra le quali figurano almeno altre 40.000 supplenti. “Sono donne quasi sempre ipertitolate, con esperienza e competenze da vendere, ma che continuano a non avere tutele, né prospettive professionali e di carriera, tanto che pur di entrare di ruolo accettano di spostarsi a centinaia di chilometri e di rimanervi per almeno cinque anni pur in presenza di cattedre libere vicino casa”, come ricorda il sindacato Anief. Il Presidente nazionale Marcello Pacifico commenta: “E' grave la mancanza di servizi di cura e di assistenza, pubblici e privati, affinché i costi di un nuovo welfare familiare non siano più solo sulle spalle delle imprese lavorative. Quando si parla di inclusione, uguaglianza, emancipazione del sesso femminile e parità di genere è bene tenere conto di tutto questo. Altrimenti, la giornata della donna si limiterà a essere un rituale sterile”.

Mimosa? Per le anziane delle RSA arriva la gerbera gialla

Il simbolo dell'8 marzo notoriamente è la mimosa, il cui business è vivo malgrado il Covid-19. L’Associazione dei Florovivaisti Italiani parla di una “ottima annata”, con un giro d’affari da 15 milioni di euro (+20%), trainato dall'export. Ma c'è chi ha fatto una scelta diversa. Si tratta dei promotori dell'iniziativa “Un raggio di sole per donne mai più sole”, lanciata da Unione Induista Italiana e FederFiori per omaggiare le donne ricoverate nelle RSA. Attraverso gli operatori delle singole residenze assistite, per evidenti ragioni di precauzione sanitaria, alle anziane ospiti verranno consegnate delle gerbere gialle, per testimoniare la vicinanza nei confronti di chi vive in uno dei luoghi più martoriati dalla pandemia. 

“Federfiori-Confcommercio insieme all’Unione Induista Italiana vuole rendere omaggio alle donne ricoverate nelle case di riposo - commenta il presidente Rosario Alfino - L'importanza delle donne va sempre ricordata, anche con un fiore, per donare un sorriso attraverso la bellezza, la semplicità e la luminosità di una gerbera gialla, che rappresenta un’immagine perfetta nella forma e nel colore rappresenta la luce del sole”.

Inoltre, l’Unione Induista organizza un convegno online dal titolo “Oltre ogni età. Tradizione ed empowerment femminile nella società di oggi”, moderato dalla giornalista Veronica Mazza. I saluti iniziali saranno affidati a Roberto Rampi, membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere; Emanuela Claudia Del Re, già Viceministro degli Esteri, Neena Malhotra, Ambasciatrice dell’India in Italia, e Svamini Hamsananda Ghiri, Vicepresidente dell’Unione Induista Italiana.

Tra i relatori, Melita Cavallo, già presidente del Tribunale dei minori di Roma e giudice minorile a Milano e a Napoli; Grazia Francescato, già presidente dei Verdi italiani e del WWF Italia; Zoya Agarwal, Comandante Air India; Valeria Manieri, founder di Le Contemporanee; Linda Laura Sabbadini, direttore centrale ISTAT e Filomena Floriana Ferrara, IBM Master Inventor; CSR Country Manager IBM Italy. 

Tanti modi diversi per fare arrivare un solo messaggio: buon 8 marzo a tutte le donne, ma soprattutto a quelle in difficoltà.

 
 
 

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