American Apparel accusata di ricorrere al porno minorile
American Apparel è stata accusata di ricorrere al porno minorile per pubblicizzare la sua linea di minigonne “Back to School”. L’azienda è nota per le sue campagne provocatorie ma questa volta ha postato sul suo Instagram inglese la foto di una ragazza in minigonna scozzese che si china e mostra tutto.
Gli utenti hanno subito espresso disgusto, ritenendo la pubblicità sessista e creata ad hoc per chi ha fantasie sessuali sulle lolite. Tutta la nuova linea di abiti usa modelle liceali, fotografate con minigonne e calzettoni nei corridoi di scuola. Sul catalogo lo slogan è: “Il tuo primo compito è vestirti adeguatamente”, dove “adeguatamente” sta per tacchi alti, body e collant.
In passato American Apparel ha creato manichini col pube, ha messo le modelle seminude e in pose sessuali, lo scorso marzo ha arruolato una ragazza musulmana e l’ha ritratta in topless, con scritto sul seno “made in Bangladesh”. Il boss di questi lanci è Dov Charney, fondatore dell’azienda accusato di trasformare le modelle in “schiave sessuali”. Ha dovuto lasciare il suo posto in attesa di giudizio, ma è stato riabilitato come consulente strategico esterno.