Divorzi milionari come Douglas-Zeta Jones? Ecco come "evitarli" in Italia
Un’altra favola si è conclusa, purtroppo in assenza di un lieto fine. Una delle coppie più inossidabili del patinato mondo hollywoodiano, quella composta dal 68enne Michael Douglas e dalla ben più giovane Catherine Zeta – Jones, è giunta al capolinea. Evidentemente non è stato sufficiente alla coppia per superare i 13 anni di matrimonio trascorsi insieme tra bassi (bipolarismo di lei, cancro e dipendenza dal sesso di lui) e alti (qualche Oscar e 2 figli, Dylan e Carys).
Quel che è certo è che il divorzio farà molto discutere, soprattutto a causa dell’onerosissimo accordo prematrimoniale siglato da Douglas in favore della moglie, che prevederebbe una multa da 5 milioni di dollari, la cosiddetta infidelity penality, in caso di tradimento dall’ormai ex sesso-dipendente Douglas, da aggiungersi ai 2.8 milioni che la Zeta Jones avrebbe maturato per ogni anno di matrimonio, in caso di divorzio. Ricordiamo che Douglas aveva già divorziato nel 2000, dopo ben 23 anni di matrimonio, e aveva corrisposto alla ex moglie 45 milioni di dollari.
STATI UNITI - «Negli Stati Uniti i patti prematrimoniali sono perfettamente validi e possono regolamentare non solo emolumenti in caso di rottura, ma anche circostanze ben più intime e personali come la frequenza dei rapporti sessuali con il partner», commenta in proposito l’avvocato Lorenzo Puglisi, Presidente di FamilyLegal ed esperto in diritto di famiglia.
ITALIA - E in Italia? «Nel nostro Paese nulla di tutto ciò è consentito, o meglio, i patti prematrimoniali sono in linea di massima nulli per illiceità della causa in quanto vanno ad intaccare diritti di cui gli individui non potrebbero disporre. Certo è, che se rimangono sicuramente esclusi accordi che abbiano ad oggetto la determinazione della frequenza dei rapporti sessuali, uno spiraglio, invece, può essere ravvisato per gli aspetti economici e patrimoniali che attraverso alcuni istituti, assolutamente leciti, come il fondo patrimoniale o il trust, possono trovare una compiuta regolamentazione anche prima delle nozze». I costi per simili operazioni variano a seconda dei valori di cui si tratta e in ogni caso partono di regola da un minimo di 3.000 euro, specifica ancora Puglisi.
VIP - Tra le altre coppie famose, sempre d’oltreoceano, che hanno concordato un patto prematrimoniale ricordiamo, in tempi recenti, Justin Timberlake e Jessica Biel (a lei in caso di tradimento andrebbero 500.000 dollari), Mark Zuckerberg e Prescilla Chan (quest’ultima ha obbligato il marito, miliardario fondatore di Facebook, a dedicarle almeno una notte e 100 minuti di vita coniugale alle settimana), Nicole Kidman e Keith Urban (quest’ultimo ha concordato che, nel caso in cui dovesse tornare a fare uso illegale di sostanze stupefacenti, perderebbe qualsivoglia diritto nei confronti della moglie).
«Sempre negli Stati Uniti, si registra una nuova tendenza che è quella di regolamentare anche la vita delle coppie conviventi, ma non sposate, attraverso i cosiddetti cohabitation agreements, che regolamentano ogni aspetto patrimoniale e non patrimoniale di chi decide di condividere la vita pur non sposandosi».
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