D'estate è guerra per i figli. Litiga una coppia separata su 3

Vacanza? Se tante famiglie non vedono l'ora, sono numerose quelle che, al contrario, temono che questo momento si trasformi in un incubo. "È proprio in questo periodo che registriamo un acuirsi della conflittualità tra le coppie già separate, poiché, nella stragrande maggioranza dei casi, emergono ‘disaccordi’ organizzativi che portano al litigio - spiega l’avvocato Lorenzo Puglisi, Presidente dell’associazione Familylegal –. E a farne le spese sono inevitabilmente i figli".
Dai dati raccolti dall’associazione Familylegal, emerge che a non rispettare gli accordi sulle vacanze dei figli sono nella maggior parte dei casi le madri che, spesso, confondono il collocamento privilegiato di cui godono nella maggior parte dei casi con l’affidamento esclusivo (che è cosa ben diversa), mentre l’80% dei padri separati accetta di buon grado di poter tenere con sé i figli per 15 giorni, generalmente compresi tra luglio e agosto: "Purtroppo chi commette l’abuso, che sia il padre o la madre, spesso la fa franca: in estate i Tribunali lavorano a ritmi ridotti per via della sospensione feriale delle attività ordinarie per questo non è sempre agevole ottenere udienza a pochi giorni dal deposito di un ricorso e se i problemi emergono in agosto la difficoltà è anche quella di reperire un legale che agisca prontamente".
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Ogni anno l’associazione raccoglie circa una cinquantina di segnalazioni fra luglio e agosto: "Le denunce più comuni colpiscono chi parte portando con sé il figlio senza comunicare all’ex la meta e non rispondendo poi alle telefonate, chi non rispetta 'i turni' concordarti, oppure chi sostiene che il figlio è ammalato e non lo lascia partire".
Gli accordi fra ex coniugi sui periodi di vacanza da trascorrere con i figli, che nella maggior parte dei casi devono essere formalizzati entro il mese di maggio, possono regolamentare anche eventuali ferie con i nonni. Chi non rispetta i patti, impedendo all’ex coniuge di portare il figlio in vacanza con sé eludendo di fatto quanto stabilito dal giudice, non solo commette un illecito civile, ma anche un reato come ha precisato più volte anche la Corte di Cassazione. "La scelta di presentare una denuncia, tuttavia, non deve essere presa con superficialità e andrebbe limitata ai soli casi che rivestono una certa gravità - precisa Puglisi -. Spesso i figli vengono strumentalizzati e utilizzati come arma di ricatto e questo fenomeno si acuisce soprattutto nel periodo estivo, in cui tutto è reso più facile dall’assenza di impegni scolastici".
Per tentare di ridurre al minimo questo genere di conflitti, la legge 54 del 2006 ha introdotto l'affido condiviso, che stabilisce che i genitori sono ugualmente responsabili della cura e dell’educazione della prole. "Senza arrivare ai casi più clamorosi, anche quando l’accordo sui periodi di ferie viene rispettato, si litiga su altre questioni: ad esempio sull’iscrizione o meno dei figli ai centri estivi – aggiunge ancora Puglisi - Va detto, infatti, che in regime di affidamento condiviso, tali decisioni spettano ad entrambi ed è sufficiente il no di un genitore per bloccare l’iscrizione o per addossarne interamente i costi sull’altro".